Non mi riferisco evidentemente alle olimpiadi equestri i cui risultati sono stati sufficienti soltanto nella specialità del concorso completo. Ma le squadre italiane, con particolare riferimento a quelle che si avvalgono della “spinta” degli atleti hanno ottenuto risultati inattesi e molto brillanti.
Purtroppo molta stampa non li ha compresi e li ha confusi con la politica che ci circonda. Essi sono invece dovuti alla eccellenza di un grande tecnico, il Prof. Vincenzo Canali che ha inventato le modalità atte a sviluppare la spinta in palestra, senza rischio per l’integrità degli atleti, attraverso l’impiego di appositi congegni progettati per ottenere lo sviluppo della funzione di flesso estensione che determina, appunto, la spinta (vedi apposito articolo su lastriglia.com). Una spinta non di muscoli ma di leve che vengono attivate e rese idonee ad attuare la massima spinta attraverso l’oscillazione della colonna vertebrale “messa in moto” ed aumentata dall’oscillazione indotta dal movimento delle braccia.
Anche l’equitazione può avvantaggiarsi di questa tecnica, purchè sia salvaguardata l’oscillazione dell’incollatura e delle reni del cavallo che sostituiscono in esso il movimento delle braccia. Ma la salvaguardia dell’oscillazione dipende dall’assetto del cavaliere, capace o meno di assicurare la capacità delle mani di assecondare il movimento dell’incollatura e del bacino di inserirsi nell’oscillazione della colonna vertebrale anche allo scopo di non interferire con le natiche rispetto all’oscillazione delle reni del cavallo. Purtroppo, nella formazione degli istruttori, a queste esigenze non viene data la giusta importanza con gravi conseguenze visibili soprattutto nell’equitazione giovanile, quella che dovrebbe assicurare il nostro futuro. Queste carenze potrebbero essere parzialmente aggirate dal lavoro a mano, questo sconosciuto nel mondo equestre italiano.
Carlo Cadorna
Caro Generale, ma le pare che si possa chiedere il lavoro a mano a un mondo equestre, quello italiano, che ignora il più banale lavoro in piano? Non per niente a Tokyo la nostra squadra di completo era ultima, quindicesima su quindici, dopo la prova di dressage.
Intanto la settimana scorsa nei vari concorsi europei a 3 e 2 stelle non c’è stato un solo cavaliere italiano nei primi dieci dei rispettivi GP. L’unico risultato di rilievo, un terzo posto nella gara di consolazione, lo ha ottenuto a Londra Emanuele Gaudiano con un bravo cavallo di 8 anni, già impegnato il giorno prima nella 160 del GP del GCT. Alle solite…
Gentile amico,
so che il lavoro a mano è difficile per chi non ha enorme esperienza. Ma si potrebbe rovesciare il sistema educativo equestre dei giovani: iniziare dalla ginnastica dell’assetto sul cavallo meccanico ed abbinarlo al lavoro a mano di un cavallo addestrato. Sul piano didattico rispetta il principio di separare l’insegnamento dell’assetto da quello delle mani e poi metterli insieme. Questa procedura ha sempre fatto guadagnare del tempo.
Caro Generale, brevemente sul GP Longines di Valence, svoltosi ieri. Percorso poco selettivo – un terzo dei partenti in barrage, tra questi Gaudiano con l’8 anni – l’unico in gara di questa età – Nicolai de Music, e De Luca, con Nuance Bleu VDM. Nicolai ha commesso errore, dovuto all’inesperienza, sul secondo elemento della gabbia. De Luca ha invece ripetuto il netto con una monta in grande souplesse. redini lunghe, contatto appena accennato, completa libertà dell’incollatura e della schiena, segnando il quarto tempo. Gaudiano ha trovato un altro cavallo da sfruttare alla svelta, da sfottere, come si diceva una volta. Oppure ‘usa e getta’…
Grazie! Credo che De Luca si avvantaggi anche dal fatto di lavorare insieme all’attuale capolista del mondo, Deusser. Il contatto appena accennato è possibile e conveniente soltanto quando il cavallo, tendendosi nella mano, inarca la schiena e flette le anche. Cosa relativamente facile con cavalli ben costruiti, lunga e difficile con i cavalli detti poco “cavalcabili”. Chi lavora per una grande scuderia ha il vantaggio di montare sempre cavalli cavalcabili.
De Luca ha confermato il suo stato di grazia nel 5 stelle di Bruxelles, dove ha ottenuto un secondo posto nella 155 di venerdì e un terzo nella 160 di oggi in sella alla incredibile Nuance bleu VDL, mentre sabato ha vinto la 150 con Malissa de Muse. De Luca è bravissimo a fare, con poco lavoro, di cavali giovani dei vincenti, che una volta passati in altre mani – vedi Irenice Horta, a lungo in testa nei mondiali 2018 – ritornano cavalli normali. Ma lo stesso è avvenuto con Lazzaro delle Schiave, di Grossato, Tokyo du Soleil, di Marziani e Evita SG Z di Bicocchi. Questo succede,,credo, perche’ i nostri cavalieri ignorano la preparazione internazionale standard, col risultato che cavalieri di altre nazioni si trovano ad aver acquistato cavalli molto verdi e poco gestibili.
Sempre oggi, nel GP del 5Stelle Anglestone, Canada, il primo e secondo posto sono andati a due Sella Italiani, Zaia di San Giovanni – montato da un cavaliere di 69 anni – e Quality FZ, montato da Rodrigo Pessoa
Condivido: i nostri cavalli hanno molta qualità e poco lavoro inteso in senso classico.
agli europei in corso in Germania abbiamo concluso la gara a squadre al dodicesimo posto su quindici concorrenti mentre nessuno dei nostri cavalieri, classificati dal 41 in giù, è entrato nella fase finale. ma nè Bartalucci nè il presidente della FISE pagheranno per questo disastro
Io credo che il problema sia tecnico nel senso che nessuno in Italia ha un’idea della progressione nel lavoro necessaria per ottenere il massimo da un cavallo. E’ tutto approsimativo a cominciare dagli assetti! E’ il settore formazione che è da rifondare…
mi corrreggo, Brotto, Bucci e Garofalo possono continuare, rientrando tra i primi 50. Ma Bucci ha preferito risparmiare alla cavalla una inutile appendice.
Caro Generale, negli ultimi mesi l’equitazione italiana è stata sottoposta a una serie di verifiche, da Piazza di Siena alle olimpiadi, dagli europei fino al CSIO di Aachen di questo pomeriggio. Ebbene, abbiamo assistito a una continuità davvero disperante di pessimi risultati. L’unico rappresentante a titolo individuale alle Olimpiadi è arrivato 48esimo, agli Europei la squadra si è piazzata dodicesima su quindici squadre, i cavalieri sono arrivati dal 27esimo posto in giù . A Aachen è stata settima su otto squadre partecipanti, nel GP si è presentato un solo italiano, Pisani, bravo ad arrivare undicesimo. Quest’anno nessun cavaliere italiano ha vinto un GP in un 5 o 4 stelle e non sono in vista giovani – parlo di 20, massimo 25 anni – che promettano di riuscirci.
In altri sport leggeremmo critiche al vetriolo, salterebbero teste, verrebbero chieste dimissioni. Invece nell’equitazione tutto tace, tutti sono soddisfatti del loro tran tran affaristico e si guardano bene dal disturbare i sonni della federazione. Sebastiano Comis
Caro Generale, si è appena conclusa a Barcellona la partecipazione dell’Italia alla finale della Coppa delle Nazioni. Dovevamo confermare la nostra presenza tra le 10 migliori squadre d’Europa, invece siamo riusciti ad arrivare undicesimi nonostante una veramente pessima prestazione della squadra svizzera, campione d’Europa. Ma quando c’è da arrivare ultimi siamo imbattibili. Nello spareggio decisivo i primi tre cavalieri italiani hanno accumulato 43 penalità, mentre il quarto, entrato per salvare l’onore della squadra, al terzo ostacolo aveva già otto penalità e ha preferito ritirarsi. Alla finale di domani per il primo posto la squadra spagnola si presenta seconda dietro la Germania, con 3 penalità per fuoritempo…Ma la FISE non è preoccupata, nessuno chiederà la testa del presidente e del selezionatore per questo disastro.
Che poi non consiste nel singolo risultato ma nel fatto, continuamente confermato, che l’italia è ormai fuori dal novero delle nazioni protagoniste degli sport equestri. Sebastiano Comis
Caro Amico,
anzitutto grazie per la segnalazione: i risultati non mi meravigliano affatto mentre ho visto in televisione dei cavalieri spagnoli ben impostati. Purtroppo la realtà è che il settore formazione è da ripensare e riorganizzare!
Caro Generale, sono terminate ieri le gare di Coppa del Mondo a Verona, con l’ennesima conferma che l’equitazione italiana è stabilmente agli ultimi posti in Europa. Con la rappresentanza più numerosa, una ventina di cavalieri, abbiamo ottenuto solo qualche piazzamento nelle gare basse. Nel GP l’unico a entrare in barrage è stato De Luca, con un cavallo che monta dal mese scorso per una scuderia inglese. In una intervista di molti anni fa Giorgio Nuti, bravissimo cavaliere e grande tecnico, diceva che i cavalieri italiani non vogliono più lavorare. Poteva aggiungere che amano sopratutto comprare e vendere, E questi sono io risultati.
Caro Amico, condivido in toto. I bei percorsi di Uliano, come già a Roma, hanno fatto la differenza tra i binomi in grado di competere al massimo livello e tutti gli altri tra i quali, con l’eccezione citata, ci sono gli italiani. E’ un panorama penoso che richiederebbe un generale ripensamento: ma la realtà è una soltanto: l’equitazione italiana è basata sul commercio dei cavalli! Quando un cavallo crea delle difficoltà, si cambia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Caro Generale,
mi permetto di segnalarle l’intervista rilasciata a Worldofshowjumping dal campione europeo André Thieme, che parla della severissima educazione equestre ricevuta dal padre, dell’acquisto della cavalla Chakaria presa a neanche otto anni e portata con estrema gradualità prima alle olimpiadi e poi all’europeo, ora a riposo fino alla fine dell’anno, del rapporto fondamentale con Otto Beker, già grande cavaliere e ora autorevole capo équipe della nazionale tedesca…Certo, anche Thieme commercia – ad esempio ha venduto Contanga alla Onassis – ma non vende Chakaria, per la quale ha ricevuto offerte ‘life changing’: la tiene per i mondiali del 2022. Una intervista che dovrebbe essere una lettura obbligata per cavalieri, istruttori, selezionatore, presidente..
Caro Amico, ho letto l’articolo segnalato che riporta una bella fotografia di Chakaria nel salto di un oxer impegnativo: la cavalla ha le orecchie indietro e la coda sollevata e molto contratta. Signofica che la cavalla non usa la schiena (che è contratta) ed anzichè utilizzare le sue leve posteriori, usa, con grande sforzo i muscoli del posteriore. Purtroppo esso è destinato a produrre gravi lesioni che difficilmente consentono di scommettere sul futuro del cavallo. Le orecchie indietro denotano irritazione che, a sua volta, indica già la presenza di qualche problema fisico…
Infatti Thieme dice che Chakaria è una cavalla difficile. Ma averne di binomi così…
Caro Generale, le risparmio le solite tristezze per guardare invece a tre notizie positive.
La prima è che Emilio Bicocchi ha vinto, con una cavalla da lui allevata, il GP di Oliva Nova (Spagna). E’ solo un CSI2* (nel 2010 con Kapitol d’Argonne vinceva il GP del 5* di Madrid), ma di questi tempi dobbiamo accontentarci.
La seconda notizia è che alle aste di Holger Hetzel, in Germania, dove sono stati presentati i 6 anni che l’anno scorso erano rimasti in scuderia a causa del Covid, il prezzo più alto l’ha spuntato Million Dream, Holstein. 1.800.000 € (!), ma il secondo prezzo, 1.300.000, è stato pagato per Super Freak, un castrone allevato in Italia, anche se tedesco per linee genealogiche.
La terza notizia è che la Federazione Olandese non ha rinnovato il contratto a Rob Ehrens, il capo dell’équipe che ha vinto la finale della Coppa delle Nazioni a Barcellona.
Chissà se la nostra Federazione avrà l’intelligenza di approfittarne…un po’ di cultura equestre europea nella nostra arretratezza…
Caro Amico, conosco e apprezzo E.Bicocchi (del quale conoscevo anche il Padre): sono una famiglia di “gente di cavalli”; ma E. ha un grosso limite nell’assetto che è difettoso e non credo gli consenta di portare i suoi cavalli al 1° livello anche se ne ha di buonissimi. Interessante la notizia riguardante R. Ehrens sul quale concordo… Il problema però (me l’ha detto il miglior tecnico che abbiamo avuto) è che in Italia ci sono troppe interferenze perchè tutti “ritengono di essere imparati”…. Ci vuole quindi uno che sappia imporsi e che sia sostenuto dalla FISE: ma la FISE fa troppa politica!!!
Caro Generale, con le gare di ieri si è conclusa l’annata agonistica. Annus horribilis per gli italiani, scesi rovinosamente nelle classifiche internazionali, sia come squadra che come cavalieri. Il migliore dei nostri, Bucci, è al 41° posto, Gaudiano è sceso all’86*, Zorzi addirittura al 178. Gaudiano, che ha partecipato al CHI di Gineva con i suoi cavalli spompati, ha finito l’ultima gara, dove montava Chalou, con una squalifica. De Luca nella nuova scuderia inglese, sembra non ingranare con i cavalli ex Ben Maher. Ma neanche nei CSI minori ci siamo salvati. Degli ultimi due GP a Ornago, uno ha visto settimo il primo degli italiani, l’altro un italiano secondo dietro a un cavaliere…greco. Il fatto è che nei pochi casi in cui sono entrati in barrage i nostri cavalieri hanno dimostrato di non essere attrezzati per i ritmi vertiginosi delle gare di oggi. Infine, non si vedono all’orizzonte cavalieri giovani. E la FISE continua a sfornare istruttori di livello sempre più basso…
Mi correggo, a Ginevra Gaudiano nel Rolex Grand Slam non è neppure partito.