Oggi si è disputata la Coppa delle nazioni a Piazza di Siena. Devo dire che l’esordio della nuova direzione tecnica non poteva essere peggiore! Già la scelta di una giovane amazzone che aveva vinto i campionati nazionali montando un cavallo sempre in difesa doveva far riflettere. Ma oggi abbiamo visto di peggio: prima un cavallo, chiaramente non in avanti e quindi senza equilibrio ed in grande difficoltà fin dal primo salto che avrebbe fatto bene a ritirarsi subito per rispetto verso la condizione fisica del cavallo. Ma si è voluto continuare facendo subire al cavallo una vera debacle. Non contenti di questo, il cavallo è stato ripresentato al secondo giro come per sostenere che era colpa sua! Subito dopo abbiamo assistito al percorso di un carabiniere (sic)che ci ha presentato un metodo di equitazione che è l’esatto contrario di quello inventato dal Cap Caprilli: forse si ignorava che esiste un Codice di Tutela degli Equidi che definisce in modo preciso le modalità che riguardano l’art. 727 c.p.: ma molti non sanno che il predetto articolo riguarda anche chi organizza o partecipa a manifestazioni che comportino strazio per i cavalli. E che dire della giuria che ha permesso tutto ciò?
Per fortuna abbiamo potuto assistere anche alla grande equitazione di alcuni cavalieri, tra i quali mi piace citare i francesi K. Staut e R.Y. Bost, la tedesca J. Warghers, l’inglese J.Stockdale.
Ha vinto meritatamente la Francia che ha mostrato una direzione tecnica uniforme. Ha vinto anche U. Vezzani che ha fatto vincere la migliore equitazione.
Nel PICCOLO G.P., mi ha sorpreso la mancanza di cavalieri giovani competitivi a questo livello dal momento che gli unici che galoppano e saltano insieme al cavallo sono Y. Bost e compagnia. Bene anche il nostro Lorenzo De Luca, esempio. raro in Italia, di buona equitazione.
Nel G.P. ROMA, abbiamo potuto scoprire gli italiani che ci hanno negato nella Coppa: bene PG. Bucci su Cochello (3°), F. Brotto su Vanità, E. Camilli(5°) e L. De Luca. Invece il cavallo di F. Ciriesi aveva un arto posteriore visibilmente dolente: VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!!!
nel BARRAGE la tedesca J. Warghers ha mostrato come si può ottenere un ottimo tempo senza galoppare, avvalendosi di un addestramento del cavallo qualificato. L’irlandese D. Linch invece ha fatto vedere come si galoppa per vincere, ED HA VINTO. Sono mancati i cavalieri giovani d’italia….
Caro generale, mentre a Roma l’Italia A (?) arrivava nona (grazie al ritiro della Spagna, che ci precedeva) con 42 penalità, a Lisbona l’Italia B arrivava nona con…42 penalità! Come per confermare che questo è e sarà il nostro posto in Europa, almeno fino a che la scelta dei cavalieri sarà di questo tipo. Invece il GP ha mostrato un bravissimo e sorprendente Bucci, che non avevo mai visto galoppare cosi, e la conferma del binomio Camilli-Chadellano, che aveva fatto molto bene nei concorsi di Wellington. Ho notato anch’io che il cavallo della Ciriesi a un certo punto sembrava avere un problema muscolare al posteriore dx, ma questo non gli ha impedito di finire nel tempo e senza errori. Infine anche Chalou, dopo un periodo di relativo riposo, sembra (quasi) recuperato.
Conosco Bucci dal ’93 ed ha sempre montato bene con un limite nella schiena che è rigida. Ma ha avuto fin da allora una buona impostazione.
Chiarisco che il cavallo della Ciriesi, oltre ad avere un arto dolente, ha la schiena completamente bloccata come si evince dalla rigidità della coda che della colonna v. è la continuazione. In questo modo, il cavallo , oltre ai danni che già si vedono, è destinato ad ulteriori danni perchè lo sforzo senza decontrazione provoca sempre dei danni dovuti a compensazione. Questo è in palese contrasto con lo Statuto della FISE che afferma di avere come primo obiettivo IL BENESSERE DEL CAVALLO!
Dimenticavo: la Wargers, una delle tante bravissime amazzoni tedesche, è la compagna di Michael Cristofoletti, col quale lavora in Belgio per la Ashford Farm, centro equestre di un irlandese, che lo dirige. Ecco, forse è ora che il nostro mondo equestre si sprovincializzi…
Ancora: il capo équipe della Francia è Henk Noren, che ha diretto anche la squadra italiana. Ma adesso non abbiamo più bisogno di tenici stranieri, siamo all’autarchia.
Ho parlato con un tecnico straniero di grande successo: mi ha detto che in Italia non si può lavorare perchè vi sono troppe interferenze. Basta ascoltare la spocchia dell’impresentabile Bologni in un’intervista giornalistica!
Vorrei se possibile sollevare un barlume di speranza, ho rivisto Chalou di Gaudiano bello, in avanti, saltare tondo, senza quel continuo movimento con gli anteriori sintomo di un cavallo che ricerca copertura, più in mano al cavaliere. Peccato l’errore, dovuto secondo mia modesta analisi, a un intervento di mano troppo grezzo da parte di Emanuele, che ha fatto rimettere un tempo al cavallo. Avesse lasciato scorrere probabilmente sarebbe passato indenne. Anche nel 6 barriere l’ho visto senza sforzo apparente. Fa, a mio parere, molto ben sperare.
Bologni monta un cavallo veramente con mezzi infiniti a cui fa produrre sforzi indecenti; salta da fermo tutto dietro, arrivando di conseguenza a metà parabola appeso sulla bocca del povero Quilazio. Davvero un peccato perchè la qualità del cavallo è indiscutibile.
F
Condivido la Sua analisi: complimenti!!!
Riprendo il commento per riportare il successo di Chalou e Emanuele Gaudiano nel GP del CSI4* polacco voltosi lo scorso fine settimana. L’approccio all’ 1 nel barrage è stato da manuale, un salto veramente da far visionare a tutti gli aspiranti cavalieri. A mio parere ogni tanto Emanuele tende a tenerlo un po’ troppo, a Piazza di Siena il binomio mi era piaciuti maggiormente, e sicuramente il livello degli avversari era ben superiore. Ciò nonostante, un doppio zero che fa ben sperare, sperando non si perda lo stato di forma (e armonia) creatosi.
F
Per quello che ho visto da tempo, Gaudiano è senz’altro il migliore dei nostri cavalieri: dovrebbe curare maggiormente la propria condizione fisica ed il proprio assetto.
Dopo quello che ho visto successivamente, il nostro miglior cavaliere è, da lontano, Lorenzo de Luca!
Condivido l’analisi de La Striglia e le osservazioni sul binomio Gaudiano Chalou. Aggiungo che in un percorso di preparazione alla Coppa ho visto l’amazzone italiana col cavallo contro la mano. Per non parlare della prima manche di Coppa di Marziani, meglio non entrare in gara: sarebbe utile poter vedere come sono andate le cose in campo prova.
Riporto quanto mi ha detto il mio maestro di equitazione, Angelo De Angelis (allievo di Costante d’Inzeo, Chiantia, Landi) a proposito del Gran Premio: “ho visto molti cavalieri stranieri con cavalli condotti secondo i dettami della Scuola Italiana, ma pochi italiani seguire questo criterio”. Ad eccezione di Bucci, De Luca e pochi altri che hanno avuto la fortuna di incontrare nella loro carriera Istruttori capaci, ed hanno saputo resistere al main-streaming federale che dice che “l’equitazione è cambiata”. Ciò che è realmente cambiato è la qualità dei cavalli, oggi autentici “aeroplani” rispetto al passato, ma che troppo spesso sono soggetti a danni fisici irreparabili a causa del loro errato impiego fisico, tutto affidato alla forza muscolare.
Eppure qualcuno aveva detto “datemi una leva …”.
Il vero grande problema è la Formazione: sempre più istruttori e sempre meno preparati. Così si fa cassa, non tecnica. E quando un ragazzino non riesce a conseguire risultati minimi, la sola analisi tecnica è cambiare cavallo.
Vorrei poter clonare Posillipo ed affidarlo a questi istruttori: forse salterebbe una 110.
Ma si continuerà a fare cassa.
giuseppe maria de nardis
Condivido in toto, compresa la fine di Posillipo: sul Codice di tutela degli Equidi vi è scritto che il cavaliere deve prestare grande attenzione alle difese: ma i cavalieri di oggi non sanno nemmeno che cosa e quali sono!!!!!!
Caro Generale, ho guardato fino a poco fa la 155 a tempo de CSI5 di Rotterdam. Avevamo in gara quattro italiani. Il migliore, Bucci, 30° con quattro penalità. Poi la campionessa italiana in carica, la Ciriesi, 44° posto con otto penalità, come Alfonso. Ultima, e terz’ultima su 52 partenti, l’ex campionessa italiana Martinengo Marquet, con 12 penalità. La solita penosa sensazione che l’Italia sia ormai il fanalino di coda dell’Europa e, quel che è peggio, si cerchi di nasconderlo.
Caro generale, ho guardato sino a poco fa la 155 a tempo del CSI5 di Rotterdam. Quattro italiani in gara,
Ieri si è disputata la Coppa delle Nazioni nel CSIO di Rotterdam. Olanda prima con 0 penalità, Italia ultima su otto con 29 penalità. Nessun cavaliere italiano è riuscito a fare netto. Meglio di noi per un solo punto la Gran Bretagna, con un secondo giro disastroso. Ma l’età media della squadra inglese era di 25 anni, quella della nostra di quasi quaranta.
IE’ di ieri la notizia che il cavaliere succeduto a Zorzi nelle scuderie Tops/Onassis, Maurice Tebbel, è tornato in Germania. Rimane invece in Olanda l’altro cavaliere, Nisse Luneburg. E’ probabile che Tebbel non fosse soddisfatto del parco cavalli trovato a Valkenswaard.
Oggi ho visto il GP di Milano S.Siro: uno sfacelo generale a parte i cavalieri qualificati (anche questa volta Uliano ci ha azzeccato!!!). Il migliore è stato Guerdat ma con un cavallo giovane.. Degli italiani mi è piaciuto Giacomo Bassi che è giusto. Anche E. Gaudiano non ha montato male ed è un miracolo perchè è privo di assetto.
Cambiano i cavalli, cambiano i percorsi, cambiano i terreni, ma l’equitazione di Fuchs e Guerdat si riconferma volta su volta. Hanno una percentuale di percorsi ottimi inarrivabile se non dal duo svedese (Von Eckermann e Fredricsson). Gaudiano è uno dei pochi dei nostri che, seppur condivido le osservazioni su assetto e forma fisica (al limite del rispetto del cavallo: è atleta lui per noi, il minimo sarebbe rispettarne l’impegno facendo altrettanto), galoppa e ha il senso del cavallo, ma forse le due cose vanno di pari passo.
Curioso di vedere cosa ci riserverà Aachen.
F
Io invece ho seguito il GP di Rotterdam, al quale prendevano parte Bucci, la Martinengo e la Ciriesi. Percorso grosso ma non difficile, visto che un binomio su tre ha fatto il netto. La Martinengo ha sempre il cavallo contro la mano e va avanti a forza di strattoni. Due errori. La Ciriesi è un po’ più composta, ma neanche stavolta è riuscita a fare un netto in una gara alta.C’è riuscito invece Bucci con un percorso in avanti, come a Roma. Invece in barrage ha fatto errore andando piano, col risultato di finire dodicesimo si quattordici partenti. Insomma, niente miracoli. Ha vinto come a Roma un irlandese, l’ultimo a entrare. Questa volta Coyle, ma ce ne sono altri venti o trenta come lui nel circuito europeo. Invece i nostri, anche quelli bravi, preferiscono starsene a casa, a coltivare un ricco orticello di clienti ai quali rifilare dei brocchi o, come minimo, dei cavalli impreparati,
Caro generale, un’altro fine settimana tragico (o fantozzesco) per la nostra equitazione. A Budapest in Coppa delle Nazioni, con percorsi da 1.50, dovevamo arrivare almeno quinti, su sette squadre, per andare allo spareggio e sperare di tornare in prima divisione Invece siamo arrivati penultimi, dietro l’Ungheria e davanti solo alla Grecia, con tre cavalieri. Quindi resteremo, meritatamente, in serie B anche nel 2023. Ma mi chiedo sin da ora cosa ci stia a fare un capoéquipe se non riesce a convincere i suoi cavalieri a galoppare quanto basta per evitare le penalità sul tempo, come hanno fatto le cinque squadre che ci hanno preceduto. Ma neanche i cavalieri che hanno gareggiato a titolo individuale hanno fatto meglio. A Aachen De Luca ha ottenuto solo un terzo posto in una gara minore, mentre in GP è arrivato penultimo con 16 penalità…A Montecarlo, nel GCT, Gaudiano ha ripresentato Chalou a soli dieci giorni di distanza dall’ultima gara, invece di dargli almeno un mese di riposo. Risultato, 8 penalità in ogni percorso.Tutti gli altri cavalieri italiani erano al CSI2 di Montefalco, ma in GP sono arrivati primo e secondo Fourcade e Ossa, due professionisti da sempre in Italia e tutti e due ben oltre i 50 anni. Sempre a Montefalco, al GP 1.45 erano iscritti 10 sella italiani su 45 partenti. Il primo è arrivato decimo con quattro penalità, tutti gli altri erano a fondo classifica. Mi domando che senso abbia produrre 1000 SI ogni anno se il livello dei prodotti è questo. In effetti non ha senso, sul piano sportivo. Lo ha solo per alimentare quel mercato interno di cavalli di bassa qualità che alla fine contribuisce a deprimere il livello generale della nostra equitazione…
Caro Amico,
ho letto le polemiche su internet(cavallo M.). E’ vero che non ci sono cavalli in grado di vincere ma NON certo perchè l’Italia manchi di cavalli qualitativi. Semplicemente perchè non c’è nemmeno un cavallo con una muscolatura adeguata: per questo motivo i migliori fanno bene una gara e poi franano. I migliori sono stati venduti (furbescamente) perchè non erano sani: lo dimosta il fatto che poi sono spariti! LItalia ha bisogno di ricominciare ad imparare a montare a cavallo: la ripartenza deve iniziare dal settore Formazione e dai corsi istruttori.
Caro Generale, la giustificazione offerta da Cavallo Magazine – non vinciamo perché non abbiamo i cavalli da milioni di Euro richiesti dai percorsi di oggi – non regge proprio. Basta guardare il ranking FEI. Tra i primi 50 della classifica ci sono 8 irlandesi, da Conor Swail a Daniel Coyle. Nessuno di loro è nato ricco. Hanno imparato a montare bene a cavallo e sono andati nel mondo a spendere le loro capacità. Ricordo perfettamente di avere visto 21 anni fa in una 145 a Casale sul Sile un cavaliere che mi colpì per la la scioltezza e l’energia della sua monta. Mi informai e mi dissero che era un irlandese: Conor Swail, appunto. E aveva già trent’anni. Allevatori, commercianti, proprietari, danno i loro cavalli migliori ai migliori cavalieri che si esibiscono nei maggiori concorsi. L’esempio di De Luca lo dimostra. Quindi il discorso va rovesciato. I nostri cavalieri non dispongono di grandi cavalli perché non sono abbastanza bravi da meritarseli. E con questa mentalità ne avremo di sempre meno bravi.
Non vedo nemmeno un cavaliere italiano che ha dimostrato di saper portare un cavallo dal livello elementare alla riunione. Un cavallo che non è riunito correttamente non può resistere a lungo perchè va sotto sforzo ed i muscoli di compensazione si danneggiano. Ma questo, nessuno dei dirigenti equestri è in grado di comprenderlo. Non faccio che vedere dei cavalli eccellenti (sotto i cavalieri italiani) ma lontanissimi dalla sottomissione che è l’unica vera prova della riunione.
Caro Generale, ieri ho assistito in streaming alla Coppa delle Nazioni di Knokke Hippique. Nove squadre partenti, Italia ultima dopo il primo giro e quindi esclusa dal secondo. Dei nostri prima a partire la solita dilettante allo sbaraglio con le solite 12 penalità. Purtroppo peggio di lei ha fatto Alfonso, con 18 penalità. Abbastanza bene invece A.M. Garofalo, con 4 penalità, e molto bene Camilli con Chadellano, già bravo nella stagione americana e a Piazza di Siena, che ha fatto un netto (la Francia, che poi ha vinto, ha fatto 5 netti, due in prima e tre in seconda manche). Nella gara successiva, una 150, c’era De Luca con un cavallo di Marco Porro. E’ finito tra gli ultimi, con due errori. De Luca è in un momento poco felice, monta sempre bene ma senza energia, anche quando è evidente che il cavallo avrebbe bisogno di essere motivato. Ma questo è uno dei difetti comuni ai cavalieri italiani.
Caro Generale, il GP (500.000 €) di Knokke Hyppique ha subito corretto le flebili speranze suscitate dalla Coppa delle Nazioni di venerdì. In un percorso molto più duro, col 14% di netti, contro il 30% della gara a squadre, la Martinengo ha capito subito che non era pane per i suoi denti, ma anche il binomio Camilli-Chadellano è incappato in due barriere. Francamente non so cosa andiamo a fare ha Herning, tra un mese.
Tra i sette netti del GP, quello dell’ultima a entrare, la Brinkop, che prima dell’errore all’ultimo ostacolo del barrage aveva quasi un secondo di vantaggio su Fredricson, che ha vinto. La Brinkop, 28 anni, esce da una famiglia normale, ha scelto lo sport dell’equitazione e per questo ha lavorato tre anni con la Federazione tedesca. Per fare esperienza ha poi passato due anni nella scuderia di Ehning e nel 2019 ha raggiunto la Stephex. Forse questo spiega anche perché l’anno scorso De Luca ha lasciato Conter per una scuderia minore. Daniel Coyle, il vincitore del GP di Rotterdam, ha una storia simile. A vent’anni ha lasciato l’Irlanda per andare in Florida, in una scuderia canadese dove poi ha preso il posto di Swail, che aveva scelto un’altra strada. Insomma, oggi l’equitazione è uno sport da giocare sul piano internazionale,come il tennis, sia in termini di formazione che di competizione. In Italia, a quanto pare, non lo hanno ancora capito.
Caro Generale, avrai certamente letto l’ultimo ‘commento’ del portavoce ufficioso della nostra federazione. In realtà è un avvertimento: la critica e la polemica in vista dei mondiali non possono che turbare la serenità dei nostri cavalieri. Quindi il possibile, anzi probabile, esito negativo verrà addebitato ai disfattisti (intanto agli europei giovanili, la nostra squadra di juniores è arrivata sedicesima su diciotto squadre, davanti solo a Romania e Ucraina).
Caro Generale, un fine settimana senz’altro interessante e significativo per la nostra equitazione. A Falsterbo si è svolta direi ultima prova generale prima dei mondiali di Herning. In Coppa delle Nazioni l’Italia è arrivata sesta, con 20 penalità. Ma dei cavalieri selezionati per i mondiali, solo Pisani ha giustificato la scelta. Ciriesi, Bologni e
Gaudiano sono sembrati incapaci di andare oltre le 4 penalità, nel migliore dei casi. Altri due selezionati, De Luca e Bucci, erano al GP di Walkenswaard. De Luca è arrivato secondo, ma non con il cavallo che porterà ai mondiali. Bucci nelle retrovie Intanto a Oliva, in Spagna, si concludevano gli europei giovanili. L’Italia è arrivata seconda, sia a squadre che nell’individuale, nei ‘children’, e quarta nei Y.R. con Casadei. I ragazzi, anche gli juniores, mi sono sembrati bravi, anche se oramai tutti montano seduti, con le spalle più arretrate del bacino, ma con poca mano. Meno mi è piaciuto Casadei, che ‘chiama’ a ogni falcata. Il vincitore della categoria, un belga, ha mostrato tutt’altra qualità e maturità.Molti dei giovani, sopratutto ragazze, delle rappresentative italiane potrebbero diventare degli ottimi cavalieri anche a livello europeo a patto che non si fermino nel giro asfittico dei concorsi italiani, che non danno né esperienza né visibilità. Anche n questo siamo stati strabattuti dalla Spagna, che ha messo in piedi un circuito di concorsi primaverili e non che sono diventati un immancabile appuntamento internazionale.
Caro Generale, a proposito di quanto scrivo sul’insopportabile e disastroso provincialismo della nostra equitazione è di domenica la notizia che il GP del CSI2 di Sentower Park, in Olanda, è stato vinto dal trentenne Lorenzo Argentano, mentre il CSI2 di Samorin lo ha vinto Michael Cristofoletti, davanti alla compagna Jana Wargers, selezionata per i mondiali di Herning. Cristofoletti e Argentano sono due trentenni che vivono e lavorano nel nord Europa montando cavalli per scuderie e allevatori locali. Invece il CSI2 di San Giovanni in Marignano lo ha vinto uno svizzero ticinese di 61 anni, che ha messo in fila tutti quei cavalieri che vogliono starsene comodamente in Italia.
Caro Generale, il binomio Gaudiano-Chalou, che nella 140 di mercoledì a Pinnenberg si è piazzato 67° con 7 penalità e nella 150 di venerdì si è piazzato 45° con 9 penalità, un mese fa era nella long lista dei binomi scelti dalla FISE per i mondiali di Herning.
Questo per definire il livello di competenza tecnica delle burocrazie federali. Ma non vorrei che in queste scelte, come il quella della Ciriesi al posto di Pisani, abbia un peso il…ministero della difesa, coi suoi finti militari e le loro immeritate paghette a inquinare il già disastrato panorama della nostra equitazione.
Purtroppo è possibile ed è sempre successo…
Caro Generale, ho appena assistito al barrage (ma quale giampof..) del GP di Pinnenberg, una 160 nella quale – tanto per smentirmi – Gaudiano e Chalou sono arrivati secondi dopo essere stati in testa fino al nono e penultimo concorrente, un tedesco. Ho rivisto Chalou brillante come nel periodo migliore, ma adesso gli manca la continuità. Gaudiano dovrebbe risparmiarlo per per i cinque o sei concorsi che veramente contano.
Ho visto anche Bucci a Senthover Park, in una 155. Come nelle precedenti gare alte, a tre quarti del percorso Bucci mi è sembrato in debito di ossigeno e fa errori prevedibili perché dovuti alla mancanza di impulso. Ma certo non si diventa atleti a quasi 50 anni.
Caro Generale, le segnalo su Worldofshowjumping la bella foto del binomio vincitore della 160 di Pinneberg. Il cavallo è uno stallone sf di 9 anni acquistato cinque settimane fa da Schockemoehle e affidato a trentaduenne Patrik Stuelmeyer, n.260 del ranking. Ma basta ricordare che campione del mondo in carica è la tedesca Simone Blum e il campione europeo è il tedesco André Thieme per capire che se non ci fosse un limite al numero di cavalieri che ogni paese può iscrivere a un mondiale, il primi cento posti sarebbero occupati da tedeschi, francesi, belgi, svizzeri, olandesi, svedesi, irlandesi, inglesi, americani, brasiliani, e altri venti da polacchi, danesi, austriaci, messicani, spagnoli, arabi. Poi, forse, ci sarebbe De Luca. Purtroppo il primo e maggiore problema dell’equitazione italiana è che la Federazione italiana nega che ci sia un problema.
Dove si può vedere Herning – S.O. ?
Caro Generale, secondo Worldofshowjumping l’unica cosa certa è che potremo vedere i. mondiali in streaming solo con un abbonamento annuale a Clipmyhorse TV. Non faccio previsioni su altri possibili collegamenti con Eurosport di Sky. Domani la Ciriesi partirà col 15, Garofalo col 40, Camilli col 70 e De Luca col 94. Nessuna notizia di Bucci.
Grazie! Bucci è riserva.
Ieri, grazie ai 50 secondi di ‘assaggio’ offerti in streaming, ho potuto seguire quasi tutto il percorso della Ciriesi, che corre e quasi sempre incorre nell’errore, questa volta quello classico del dritto dopo la riviera. Comunque un buon percorso. Non ho visto gli altri. Molto bene Garofalo con Conquestador, lasciato a riposo da un mese. Camilli netto ma lento, come sempre. Prevedibile il risultato di De Luca con FOneUSA, che era rimasto sulle 16 penalità del GP di Aquisgrana. Oggi il suo miglior cavallo è il 10 anni Cash du Plessis, ma evidentemente la Moffit, proprietaria della scuderia, non glielo ha concesso.
Adesso l’Italia è decima. Una barriera in più o in meno nel percorso di oggi potrebbe decidere se resteremo in gara con le altre nove migliori squadre.
La Ciriesi, prima a partire per la squadra italiana, è caduta. Speriamo negli altri tre…
Caro Generale, come era prevedibile la squadra italiana è scesa dal decimo al tredicesimo posto ed è fuori dai mondiali. Meritatamente, visto che nel giro decisivo è stata diciottesima, peggio del Giappone, e quasi unica a non registrare neanche un percorso netto. Ottava la squadra canadese, di sole donne, capitanate dalla quasi sessantenne Beth Underhill. Invece io, come le ho scritto il 6 agosto, avrei messo il più affidabile Pisani al posto della Ciriesi. Ma forse sarebbe cambiato poco, o niente, questo è il nostro attuale livello.
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Nel mio post del 14 luglio dicevo che l’unico della lista dei mondiali a giustificare la scelta era Pisani ‘non la Ciriesi, Bologni e Gaudiano, incapaci di andare oltre le 4 penalità’, mentre DeLuca era arrivato secondo a Walkensvaard ‘ma non con il cavallo col quale andrà ai mondiali’. Ma è davvero così difficile fare le chef d’équipe?
E’ difficile perchè bisogna saper valutare e tenere sotto controllo lo stato atletico di ciascun cavallo, suggerendo e pretendendo le modifiche che ne assicurano il futuro agonistico: in altre parole bisogna saper valutare lo stato di un cavallo dalla muscolatura.
Io penso che il cavallo di Pisani sia finito: saranno i fatti del prossimo futuro a dirlo….