Il commissariamento del Comitato Regionale Lombardia ha attirato l’attenzione degli addetti ai lavori e degli appassionati sugli stages di equitazione.
In questo caso era tenuto da un famoso cavaliere degli anni ’60-’70 che è rimasto ai suoi tempi quanto ai temi etici legati al trattamento dei cavalli. Io non amo affatto questo cavaliere, che conosco bene, per i suoi metodi addestrativi poco rispettosi della meccanica e della fisiologia del cavallo (l’imbragatura che porta il suo nome è un autentico strumento di tortura perchè costringe i cavalli che vi sono assoggettati ad uno sforzo innaturale che non sono preparati a sopportare, così come l’omonima imboccatura che fa leva all’interno della bocca del cavallo): però lo assolvo perché non ha fatto altro che suggerire un metodo, molto usato ai suoi tempi, per sollecitare l’impegno dei cavalli sul salto, quello di sbarrarli muovendo la barriera con le mani.
Bisogna chiarire che questo metodo non fa nessun danno fisico ai cavalli (è come quando fanno errore). Fa piuttosto un danno morale perché colpisce la fiducia del cavallo, trattandolo come una “bestia” stupida (tra l’altro è vietato dalla legislazione svizzera).
Piuttosto osservo che vi è un metodo più corretto ed efficace: il lavoro sui cavalletti che devono essere costruiti con materiale pesante (castagno).
Ma il punto è un altro: quello che non è accettabile è che il presidente del comitato regionale FISE, che ben conosce la problematica perché io stesso ho dovuto richiamarlo al rispetto dei regolamenti in una finale dei giochi della gioventù, non sia intervenuto tempestivamente per comunicare all’istruttore che la pratica di sbarrare i cavalli è vietata dal regolamento e dalla legge italiana, evitandogli così una brutta figura che forse non meritava.
Ancora più grave è stato il tentativo di nascondere l’accaduto coinvolgendo gli istruttori presenti che, certo, non hanno ricevuto una grande lezione sull’etica che dovrebbe contraddistinguere la figura dell’Istruttore.
Chi occupa posizioni di responsabilità non deve dimenticare che deve dare il buon esempio! Gli istruttori che hanno preso le difese del Presidente dovrebbero riflettere se il loro atteggiamento è compatibile con il loro ruolo.
Quindi, ben ha fatto la presidenza federale a dare un segnale di netta separazione da un passato recente pieno di errori, anche e soprattutto sul piano etico.
Carlo Cadorna
Gentile Col, sono un giovane lettore del suo blog, vorrei porle una domanda riguardo all’imbrigliamento pessoa, non ne ho mai capito la funzione, pur avendolo usato sotto consiglio dell’istruttore che non è riuscito a spiegarmi precisamente la funzione o meglio non mi ha convinto, “ingaggia il posteriore e alza la schiena” la sua spiegazione.
Da poco ho comprato una cavalla di 5 anni, e mi è stato dato anche il pessoa dal vecchio proprietaro con la raccomandazione di usarlo per rinforzare la schiena.
Io non l’ho usato per via di esperienze passate negative. La cavalla appena arrivata presentava un buon tempo di sospensione degli arti posteriori ma pochissimo avanzamento, e una rigidezzza generale.
Potrebbe spiegarmi che effetto ha questo attrezzo nella locomozione e nel fisico del cavallo?
Colgo l’occasione per ringraziarla degli importanti spunti tecnici che con questo blog fornisce, sopratutto per un giovane con molta passione ma con scarsi mezzi economici, che vuole praticare un equitazione rispettosa del cavallo e appagante.
Cordiali Saluti.
Luigi
Gentile Luigi,
anzitutto debbo dirLe che fino a 10 anni fa non ho mai avuto una lira: tutti i risultati che ho ottenuto sono sempre stati inversamente proporzionali al prezzo pagato per acquistare i cavalli(spesso quello di macello). Negli ippodromi(sopratutto ora) si possono acquistare degli ottimi cavalli. Su questo sito ho spiegato tutta la teoria dell’equitazione: naturalmente non basta leggere un articolo ma bisogna leggerli tutti, almeno quelli riportati nell’indice tecnico. Il cavallo nasce per brucare l’erba nelle praterie e si equilibra sollevando la testa con un movimento che gli blocca la locomozione. Con l’addestramento gli insegnamo ad equilibrarsi impegnando i posteriori, posizione che, attraverso la funzione di flesso-estensione, stimola la locomozione. Questo cambiamento radicale deve essere graduale perchè, quando si sottopone un muscolo od un’articolazione ad uno sforzo precoce, il cavallo si compensa utilizzando, per assecondare la richiesta del cavaliere, un muscolo od un’articolazione che non sono deputati a quella funzione e quindi si danneggia.
L’imbragatura Pessoa impone al cavallo l’atteggiamento finale dell’addestramento richiedendogli un impegno della schiena eccessivo ed innaturale. Inoltre gli blocca il movimento dell’incollatura che, invece, è necessario per sollecitare l’oscillazione della linea dorsale. In conclusione, questa imbragatura è quanto di peggio si possa immaginare e provoca gravi compensazioni sulla schiena! (questo è anche il parere di illustri osteopati).
Le consiglio il metodo inventato alla scuola di Pinerolo che può vedere nelle foto -la funzione di flesso-estensione, il circolo, l’equitazione nell’ottica delle funzioni-. Il cavallo lavora esattamente come dovrebbe montato: non gli viene imposta una posizione dell’incollatura ma la trova da solo avanzando.
Con questo metodo(che naturalmente bisogna imparare a praticare) ho ottenuto in un anno il risultato che il lavoro montato ottiene in tre. Sto conducendo un esperimento con il cavallo delle foto: la prossima settimana dovrebbe debuttare in gara di S.O. Appena possibile metterò un filmato su you tube che la convincerà….
Buon giorno Colonnello, seguo sempre con interesse i suoi articoli e anche in questo caso, particolarmente delicato, condivido il suo pensiero.
A proposito ho scritto una lettera aperta alla dirigenza della Federazione che in sostanza ricalca quello che è anche il suo pensiero.
Mi sono permesso di aggiungere che, se dal punto di vista etico quello che è successo è stato giustamente condannato, dal punto di vista del maltrattamento animale esiste di molto peggio anche nel solo impiego quotidiano dei cavalli.
Proprio ieri guardavo al rallentatore un cavallo che eseguiva alcuni salti in campo prova con le redini di ritorno. Gli sforzi imposti alle articolazioni degli anteriori a causa del blocco dell’incollatura, visti fotogramma per fotogramma, sono impressionanti.
Una breve considerazione sui cavalletti: li possiedo e li ho sempre messi a disposizione di tutti nel maneggio in cui tengo il cavallo, ma dei tre istruttori federali che si sono alternati in questi due anni nessuno li ha mai usati.
Grazie dell’ospitalità
Alberto Alciator
Il metodo che Lei giustamente condanna, è quello utilizzato da molti cavalieri tedeschi (primo fra tutti Ehning): pretendono di far alzare la schiena al cavallo tenendo davanti(se il cavallo cerca di sottrarsi gli mettono le redini di ritorno) e premendo dietro con l’assetto(“Equitazione: agonismo e benessere del cavallo”). Roba da protezione degli animali! Se non intervengono le federazioni, prima o poi bisognerà presentare una denuncia penale circostanziata e, allora, vedrà che pandemonio succede…
Pregiato Colonnello
Considerando che Rodrigo il figlio di Pessoa è stato tre volte campione del mondo, se non vado errato e che molti cavalieri tedeschi usano metodi poco animalisti come poi ricordo per la mia età, molti nostri cavalieri di grande prestigio e risultato erano piuttosto duri con i loro cavalli anche se poi li amavano, potremmo concludere che certi metodi funzionano anche se frutto di forzature innaturali? In effetti però, il grande sviluppo della tecnica Caprilliana, all’opposto di quanto detto ha permesso risultati eccezionali con la minor sofferenza possibile per il cavallo, come oggi viene ulteriormente confermato dal metodo dolce con il sistema Parelli che integra anche l’addestramento dei cavalli da dressage come pare utilizzi la nostra campionessa Truppa! Comunque se consideriamo le categorie di completo dalla 4 in poi o i salti in elevazione, anche se attutiti dall’allenamento, per non parlare dell’endurance ci possiamo porre ulteriori quesiti!
Negli ultimi quattro anni mi sono dedicato e mi dedico alla scoperta di un settore della conoscenza equestre che si chiama osteopatia, settore giovane perché è stato inventato nel 2003 (“L’osteopatia”). A parte i risultati straordinari(ho già recuperato due cavalli “finiti”), ho scoperto le “compensazioni”, ovvero le terribili conseguenze dell’uso della violenza sui cavalli.
Alcuni cavalli hanno una resistenza incredibile e riescono a sopportare per anni gli sforzi senza arrivare alla zoppia, soprattutto quelli che hanno avuto un buon addestramento di base. Quindi, è accertato che le compensazioni accorciano la vita sportiva dei cavalli: di quanto, dipende…. Oggi ci sono anche eccezionali strumenti fisioterapeutici che leniscono gli effetti negativi delle compensazioni e permettono di utilizzare cavalli doloranti. Lei ha citato l’endurance a ragione perché mette alla prova la preparazione del cavallo: ma proprio di questa disciplina ha visto delle lezioni in televisione che sottoscrivo totalmente!
Ma, se il cavallo viene preparato in modo irrazionale, prima o poi, qualcosa si rompe! Mi dicono che Almero si è rotto (pare i tendini)… come volevasi dimostrare (e non è facile ritrovare un cavallo di quella qualità). Anche i nostri grandi hanno rotto una quantità di cavalli (io ne ho montati tre), ma appartenevano ad un’epoca gloriosa ma anche lontana. Noi dobbiamo rifarci al metodo ed ai suoi estensori, Istruttori qualificati (a quei tempi questa qualifica ce l’aveva soltanto chi aveva una conoscenza totale dell’Equitazione). Non certo a quei cavalieri che del metodo sono stati l’espressione agonistica: perché i professionisti dell’agonismo sono sempre in gara e non hanno il tempo di dedicarsi al miglioramento della propria equitazione. Quanto ai metodi americani della doma dolce etc… sono delle “bufale” confezionate su misura per noi.
Il metodo di equitazione naturale (“La sottomissione del cavallo) risolve tutti i problemi: il cavallo che sto addestrando attualmente(era di rara difficoltà) lo dimostra.
… e di provata moralità.
Utilizzo come incipit uno dei due requisiti che lei saggiamente indicava come necessari per la valutazione di giovani cavalli, perchè credo che sia quel sottile filo rosso che dovrebbe dipanarsi attraverso i comportamenti di ciacuno di noi in ogni campo. Moralità e non moralismo, beninteso.
Il mezzo audiovisivo, anche questo da lei auspicato nell’articolo sui giovani cavalli, ci propone una scena (youtu.be/dRF85nnDfZY) priva di dubbiose interpretazioni, soprattutto grazie all’audio: esemplare il modo, “Hei tu …”, con cui viene richiamato l’autore del video che risponde “E’ spenta”.
Difficile sostenere la buona fede e la sorpresa (v. lettere pubblicate sul sito FISE Lombardia), e fa sorridere la risposta del “pilier servente”, molto meglio la risposta di Pessoa. Lettera che non scarica la responsabilità di chi deve vigilare sul rispetto dei regolamenti vigenti, piacciano o meno.
Singolari sono poi le due denunce di maltrattamenti fatte da iscritti alla FISE, col dichiarato intento di reagire a quello che per loro e’ l’ingiusto commissariamento in questione, ad anni di distanza dai fatti cui hanno/avrebbero assistito: mi auguro che i fatti, se veri, vengano perseguiti, come senz’altro anche loro ai sensi dell’art. 2 del Regolamento di Giustizia, rubricato come “ILLECITO SPORTIVO ED OBBLIGO DI DENUNZIA”, in alternativa si aprirebbe l’ipotesi del reato penale di calunnia.
Riguardo al commissariamento, non ho elementi per giudicarne la conformità ai regolamenti, ma ci sono le istanze di giustizia cui far ricorso, come appunto sta avvenendo, anche da parte dell’intero consiglio regionale lombardo, da cui comunque mi sarebbe piaciuto sentire anche una parola sui fatti in questione, almeno da Moyersoen, che ricordo relatore a Bologna ad un incontro organizzato dall’Accademia Caprilli.
Per tornare alla cifra tecnica, meglio i cavalletti e Klimke che sbarrare.
Meglio il Sistema Naturale di Equitazione.
A proposito, visto che la Federazione non è particolarmente attiva sul fronte della riconoscibilità di chi pratica ed insegna equitazione caprilliana, od almeno si sforza di farlo, che ne pensa della possibilità di rendere almeno riconoscibili noi frequentatori del Blog, adottando delle polo bianche col logo “LA STRIGLIA” sottolineato dalla scritta “CaprillianaMente” (rivendico solo royalties morali)?
Cordiali saluti,
giuseppe maria de nardis
Grazie per le Sue osservazioni che condivido: mi sembra anche che la Presidenza federale abbia finalmente preso una posizione netta. A Paul Gross segnalai, con le prove, un caso conclamato di doping ma non ho ricevuto risposta: almeno è finita questa autentica vergogna! Nel caso odierno lascia perplessi che tra i ricorrenti ci siano Moyersoen ed altri istruttori qualificati. Mi pare che ci voleva un segnale forte: da oggi tolleranza zero…
Quanto alla Sua proposta del logo, debbo dirLe che sono stato educato alla concretezza ma anche al riserbo.
Già l’avventura della Striglia mi ha fatto perdere qualche amico e mi ci sono avventurato perché, in assenza di chi dovrebbe occuparsene sul piano istituzionale, qualcuno doveva fare qualcosa perché il sistema di equitazione naturale non andasse perduto. Già oggi pochissimi lo conoscono, anche tra quelli che lo sostengono: perché bisogna poi confrontarsi sul piano agonistico. Comunque, spero di poterne presto parlare con Lei a voce!
Sig. Colonnello,
forse avrai perso qualche “amico” con l’avventura della “nostra” amata Striglia ma di sicuro hai reso un grande aiuto a tutti noi.
con la stima e l’affetto di sempre,
Filippo Gargallo
Caro Filippo,
Ti ringrazio moltissimo. Oggi La Striglia ha guadagnato un amico importante nel mondo dello sport(leggi il prossimo articolo).
Egr .Colonello ,ho scoperto da poco La STRIGLIA,ne sono semplicemente entusiasta, finalmente un blog per tutti i fan di Caprilli e suoi seguaci ,grazie .
Timoteo
Grazie!!!!!!!!! Ma non è solo per Caprilli, ma, soprattutto, per i cavalli.