L’esame dell’equitazione praticata da alcuni cavalieri tedeschi (non certo Beerbaum!) mi costringe a tornare su quest’argomento che in Italia è poco accettato: perché si continua a pensare che chi vince ha sempre e comunque ragione senza considerare l’influenza dell’atleta cavallo nella vittoria (80%), e soprattutto il suo benessere e la sua tenuta fisica nel tempo.
Se provate a guidare una Ferrari, quando accelerate vi sentite fortemente premuti contro lo schienale del sedile; se frenate di colpo, in assenza di cinture, siete spinti con forza contro il parabrezza. Questo è l’effetto della forza d’inerzia che riguarda tutti i corpi portati in movimento come pesi “morti”.
Se il cavaliere sta in sella come un peso morto (assetto tedesco) quando il cavallo scatta per saltare la forza d’inerzia agirà in senso contrario, aumentando moltissimo lo sforzo che il cavallo deve fare con i posteriori per superare l’ostacolo: di qui la sua contrarietà manifestata con le orecchie indietro e la contrazione della coda (“Il linguaggio del cavallo”).
Parimenti, quando il cavallo si riceve dal salto, graverà sugli anteriori, oltre alla massa del nostro atleta, la forza d’inerzia del nostro peso che la moltiplica determinando l’usura dei piedi, dei tendini e delle prime tre falangi.
Non si parli quindi a vanvera di benessere del cavallo!
L’invenzione di Caprilli, del cavaliere che, attraverso il giusto uso della staffa, va CON il cavallo serve proprio ad evitare questo grave inconveniente: i lettori possono rendersene conto agevolmente osservando il diverso atteggiamento in accelerazione del nostro grande campione Raimondo, rispetto alla foto pubblicata in testata.
condivido assolutamente il suo discorso.ma oggi è molto difficile trovare istruttori che insegnino ai nostri figli la vera equitazione naturale. Dicono “è roba vecchia”; pensi che io sarei intenzionata a mandare mia figlia a Saumur.
Sono stato a Saumur una dozzina di anni fa e non ne ho tratto una buona impressione. E comunque quella che insegnano non è l’equitazione italiana (sistema di equitazione naturale). Troppo fermi con la mano e con un assetto traballante.