Alcuni giorni fa, sul canale ClassHorseTV, è stato trasmesso un dibattito sul nuovo regolamento antidoping approvato dalla FEI. Come già in passato erano rappresentate soltanto le categorie che con i cavalli ci guadagnano: veterinari, cavalieri-commercianti, aziende farmaceutiche. Nessun rappresentante dei cavalli (un etologo?), i principali interessati.
Il nuovo regolamento consente di trattare i cavalli, ad una certa distanza dall’impiego agonistico, con sostanze definite curative, dichiarandone l’impiego su di un apposito libretto.
Questa soluzione, apparentemente ottimale, rappresenta in realtà un compromesso tra chi è contrario all’uso dei medicinali e chi li ritiene indispensabili. E potrebbe portare in futuro alle peggiori prospettive.
Poichè parliamo di benessere del cavallo, è noto a tutti che, come per le persone, dipende da una corretta alimentazione e governo, da un giusto riposo,da un esercizio appropriato (la buona equitazione naturale e razionale)e da una buona situazione psicologica.
I farmaci vengono usati per curare delle patologie che non sono state prevenute ed hanno tutti dei gravi effetti collaterali. Se prendiamo una polmonite per aver sottovalutato dei sintomi da raffreddamento, la curiamo con gli antibiotici per evitare la morte.
Ma nessun atleta si sognerebbe di continuare l’allenamento perchè gli antibiotici hanno effetti collaterali su organi interni che già sono sollecitati dall’allenamento. E’ necessario quindi un lungo periodo di convalescenza a cui, sembra, i cavalli non avrebbero diritto.
Lo stesso avviene con gli antinfiammatori che sono i farmaci più usati.
L’affermazione, da parte del rappresentante dei veterinari, che i farmaci servono per il benessere dei cavalli, suona offensiva nei confronti del buon senso degli ascoltatori: qualcuno crede che basti inserire la parola “benessere” per gabbare la platea. Piuttosto c’è da chiedersi che cosa c’entrano i veterinari: allo stadio i calciatori sono seguiti dal massaggiatore. Se hanno bisogno del medico si mettono a riposo. Analogamente i cavalli devono essere seguiti dall’osteopata: se hanno bisogno del veterinario devono stare a riposo.
L’insistenza con la quale il rappresentante delle case farmaceutiche chiede di fissare la soglia terapeutica (al disotto della quale il farmaco non sarebbe attivo) si comprende soltanto perchè il loro compito è la realizzazione del profitto. Pensate ad un’artrite posteriore che già un riscaldamento condotto con tecniche appropriate consente, in parte, di nascondere: se è consentita una dose anche infinitesima di antinfiammatorio, fa la differenza tra un errore ed un percorso netto.
Mi riesce quindi incomprensibile la soddisfazione del rappresentante dei proprietari i cui cavalli verranno infiltrati una settimana si e la successiva…pure!
Gravemente contradditoria, infine, è la posizione del conduttore del canale TV: infatti, poichè la sensibilità del grande pubblico nei confronti del vero benessere del cavallo è in costante aumento, è evidente che condizionerà in futuro ogni possibile crescita del movimento equestre a cui, pure, ha dichiarato di volersi dedicare.
Carlo Cadorna
Ti ho appena letto Carlo…bravo…preciso e competente come immaginavo.
Sarà un piacere imparare qualcosa anche in futuro.
Cari saluti
Quirino