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CAVALLO E CAVALIERE TRA TECNICA, CULTURA E SCIENZA

 

 

 

 

 

 

 

 

                Si è svolto a Roma nei giorni 24 e 25 ottobre 2014 il convegno “Cavallo e cavaliere tra tecnica, cultura e scienza” organizzato dalla FISE Formazione e Tutela del cavallo.  Si è tenuto nel salone del CONI per la parte teorica ed all’ippodromo di Tor di Quinto per quella pratica. 

La novità, rispetto ai convegni precedenti era rappresentata dalla presenza del Dr. Andrew Mac Lean tecnico della scienza dell’apprendimento  molto impegnato a livello internazionale nell’elaborazione di un metodo di lavoro del cavallo su basi scientifiche che ne salvaguardi il benessere. 

Quasi tutto quello che è stato detto, a livello teorico, per favorire l’apprendimento da parte del cavallo è stato corretto ed ha suscitato elevato interesse da parte dei numerosi partecipanti. 

Un’unica osservazione mi sento di fare:  il docente ha detto che il cavaliere non può prevedere le resistenze del cavallo.  Questo è solo parzialmente vero perché nella misura nella quale il cavallo si tende nella mano del cavaliere questi può “sentire” la tonicità della muscolatura posteriore che spinge e quindi rilevarne immediatamente qualunque segnale che anticipi una difesa.  E’ da notare che questo l’ha scritto Caprilli anche se molti l’accusano di non aver lasciato un manuale:  ma, in verità, in questa frase vi è tutta l’Equitazione! 

La dimostrazione pratica è stata, dal mio punto di vista , deludente perché, complice la presenza di due cavalieri di poca esperienza e con un assetto poco profondo ed efficace, i cavalli hanno lavorato sempre in una situazione di impulso insufficiente. 

I lettori che mi seguono ben sanno che senza impulso (“La tensione dorsale”) il lavoro è inefficace.  Mi sarei quindi aspettato, da parte del Dr. Mac Lean qualche correzione, allo scopo di mettere i cavalli “in avanti”, che non c’è stata. 

Mi permetto quindi un suggerimento:  abbiamo visto ai campionati del mondo come è agevole valutare i cavalieri scambiando i cavalli;  è lo stesso per gli istruttori scambiando gli allievi.  Perché quindi non vivificare questi convegni mettendo a confronto, con gli stessi allievi, istruttori e tecniche di lavoro diversi? 

Ai campionati del mondo di Stoccolma si sono confrontati due metodi agli antipodi:  Harry Boldt scommetteva tutto sull’impulso (transizioni al galoppo) mentre tutti gli altri lavoravano sulle flessioni che lo distruggono.  Sappiamo com’è andata a finire: l’allieva di Boldt (Nicole Uphoff) ha stravinto!  Due giudici mi hanno detto che non avevano mai visto niente del genere…

                                                                                                                  Carlo  Cadorna

 

 

2 Responses to “CAVALLO E CAVALIERE TRA TECNICA, CULTURA E SCIENZA”

  1. filippo gargallo #

    Mi sarebbe piaciuto partecipare a questo convegno. Ed avrei anche potuto partecipare, in termini di tempi ed impegni. Eppure non ne ho avuto alcuna contezza. Eppure sono un tesserato FISE, un Istruttore federale, il Presidente di un circolo ippico, ecc. Certo, probabilmente avrei potuto informarmi meglio, ma spesso mi chiedo se questa non capillare comunicazione non sia anche cercata….
    Filippo Gargallo

    31 Ottobre 2014 at 01:15 Rispondi
    • lastriglia #

      Non credo che sia cercata: è soltanto un esempio dell’incapacità organizzativa della FISE, tanto più incomprensibile nell’era di internet. Comunque non hai perso niente: essenzialmente è stato detto quello che ho scritto nell’articolo “L’atleta è il cavallo”.

      31 Ottobre 2014 at 05:39 Rispondi

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