Pressato da problemi di carattere elettorale il Presidente ha diffuso le linee guida di una vera rivoluzione nel settore salto ostacoli.
Dopo un’analisi del passato più lontano (quello militare) e di quello più vicino (quello civile) ha deciso di mettere al centro del progetto un nuovo attore: la scuderia professionistica. Poichè conosco bene sia il passato militare che quello successivo, vediamo se l’analisi è stata corretta e quindi giustificate le soluzioni proposte.
Agli effetti dei risultati agonistici la vecchia organizzazione militare aveva costituito il Centro di Preparazione Gare Ippiche nel quale erano concentrati quei soggetti che dell’Equitazione avevano la conoscenza: significa che sapevano perfettamente come deve essere addestrato un cavallo partendo dalla doma per arrivare al Gran Premio. Erano cavalieri che non si dedicavano all’agonismo (e forse non vi erano particolarmente portati) ma all’Equitazione.
Un famoso cavaliere dell”800 a chi si complimentava con lui per l’abilità con la quale aveva riaddestrato un cavallo difficile rispose che più che di abilità si trattava di conoscenza.
Io ho avuto la fortuna di essere allievo di due pilastri di questo sistema: Cossilla e Manzin, rispettivamente Istruttore e sotto-Istruttore alla Scuola di Pinerolo. Montavano entrambi a cavallo in modo classico e meraviglioso con la capacità di trasformare un cavallo in poche riprese. Avevano una conoscenza profonda dell’Equitazione che presuppone, oltre un alto livello di cultura generale, con particolare riferimento alle leggi della Fisica, una conoscenza approfondita della struttura ossea e muscolare del cavallo. Nel dopoguerra Cossilla non è stato impegnato dalla FISE e si è limitato a seguire degli amici. Manzin era ancora in servizio ed è stato per tre anni il Comandante del Centro Preolimpionico Militare. In quella veste ha dimostrato come tutta la filiera, dai puledri ai cavalli da G.P. potesse funzionare in modo mirabile. Anche dei cavalieri di non particolare qualità, sotto la Sua guida, hanno ottenuto dei risultati eccellenti in tutte le discipline.
Lasciato il servizio è stato impiegato per due quadrienni dalla FISE come responsabile del CEF e del concorso completo. Ha ottenuto dei buoni risultati (a Lui si deve la medaglia di Argenton a Monaco) ma non eccelsi. Io che ho passato un periodo con Lui in preparazione per i campionati europei ne conosco la ragione: era di carattere mite e non sapeva o voleva imporsi. Mangilli che invece aveva un carattere autoritario, pur avendo una conoscenza inferiore, ha ottenuto dei risultati molto migliori. Già pochi giorni dopo il pensionamento di quei due personaggi, tutti i cavalieri che frequentavano il CEF avevano dimenticato i loro insegnamenti.
Infatti, mentre per fare il cavaliere occorre un’attitudine mentale a fare quello che dice l’istruttore, per acquisire la conoscenza occorre una particolare attitudine a chiedersi il perché delle azioni e decine di anni di affiancamento con i Maestri e di esperienza sul campo. Proprio quello che non ha mai fatto la FISE: non è mai stata fatta una selezione dei candidati e non sono mai stati affiancati i Maestri che, nel frattempo, sono diminuiti drasticamente per naturale estinzione. Per questo, quel poco di conoscenza che è rimasta si trova in ambito militare.
Da quanto precede risulta chiaro che gli elementi che portano al successo sono la conoscenza e la disciplina.
I tecnici stranieri che negli ultimi 30 anni hanno operato in Italia, non hanno ottenuto i risultati che ci si attendeva perché le numerose e continue interferenze hanno vanificato la disciplina necessaria all’apprendimento.
Sui libri di scienza dell’organizzazione c’è scritto che la struttura verticale tra il capo ed il prodotto finito deve essere snella per facilitare il comando ed il controllo e rendere chiare le responsabilità: sono esse che fanno rendere al massimo il personale soprattutto quando è posto davanti a degli obiettivi chiari da raggiungere inderogabilmente.
I cambiamenti preannunciati dal Presidente FISE allungano la filiera e non intervengono sui gravi difetti della struttura dirigente. Inoltre si dà per acquisito come un grande successo il board degli allevatori: prudenza (prima virtù cardinale) vuole che si attendano i risultati. Se un allevatore mi avesse chiesto consiglio, avrei fatto inserire nel contratto una visita osteopatica mensile: infatti, la qualità dell’addestramento si giudica dallo stato fisico dei cavalli che, a breve scadenza, non si giudica dai risultati.
Carlo Cadorna
Nelle foto Costante D’Inzeo su Travale, un cavallo da corsa di Mio Padre e Lucio Manzin su Eletto.