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GRAN SLAM A GINEVRA

    

La disputa della tappa di Ginevra del gran Slam, ha fatto vedere (finalmente) un gran Premio all’altezza del primo livello!  E’ recente quello in Spagna che ha visto, oltre ad una messe di percorsi netti, la vittoria del cavallo PEGGIO preparato: esattamente il contrario di quello che prescrive lo sport equestre che dovrebbe mettere al primo posto il benessere del cavallo.  Infatti, un cavallo ben preparato è prima di tutto SANO e può competere senza danno e nell’ambito delle sue potenzialità.                                                                             A Ginevra, nella ricerca del tempo, vi sono state molte penalità dovute a difese del cavallo.  Da un lato è un segno positivo perchè significa che i cavalli hanno conservato la propria personalità pur con un’equitazione che, spesso, vorrebbe trasformarli in macchinette.  Il PUNTO CHIAVE, è che bisogna decidere che cosa si vuole dal proprio cavallo:  se si vuole avere una macchinetta, bisogna lavorarlo in modo da ottenerne la completa sottomissione, cosa di per sè difficile come dimostrano le numerose difese che si vedono in zona ostacolo.  Oppure deve essere il cavaliere che si adatta al cavallo, e allora bisogna sempre lasciargli l’iniziativa affinchè impari a gestirsi da solo: questo lo sanno fare in pochissimi e ne abbiamo un bell’esempio nella nostra amazzone Giulia Martinengo Marquet.  Ma lasciare l’iniziativa al cavallo presuppone che esso abbia sviluppato la propria muscolatura in modo da facilitare le iniziative giuste secondo le scienze motorie, che regolano anche il nostro sport.   Sul piano agonistico, l’unico binomio che poteva competere (galoppare e girare stretto) con il vincitore è stato McLaine Ward / Ilex.

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