Sul numero di gennaio della rivista L’Eperon, la più letta ed autorevole in Europa, vi è un editoriale che si occupa dell’Italia: prendendo spunto dalla Fieracavalli, descrive una gestione elitaria, appoggiata dalla TV specializzata (della quale si ironizza sul nome), alla quale fa da contraltare una massa informe e disorganizzata di appassionati (“Le responsabilità dei media”).
Indubbiamente le vicende di questi ultimi anni, culminate con l’accertamento di una situazione debitoria di ben 9 milioni ed il commissariamento da parte del CONI, hanno permesso agli osservatori più attenti di rendersi conto del livello di immoralità che ha caratterizzato la FISE negli ultimi quindici anni: situazione resa ancora più drammatica dal fatto che i debiti non sono stati utilizzati nell’interesse dello sport ma per soddisfare privilegi personali e di potere inteso nella sua accezione peggiore.
E’ un fatto che coloro che hanno rappresentato l’Italia all’estero ancora aspettano i sostegni promessi dalla FISE. E di sostegni ai giovani di talento non se ne parla da un pezzo. Invece la segreteria della FISE conta una cinquantina di impiegati, in gran parte parenti di qualche dirigente, che nell’era di internet paiono veramente troppi per una federazione ormai decentrata a livello regionale. E poco importa se alcuni sono pagati dal CONI perché anche quell’ente è in spending review ed avrebbe potuto fornire, in alternativa, altri servizi.
La situazione del CEF dei pratoni del Vivaro è indicativa: quindici anni di lavori fatti male (“Il centro equestre federale in rovina”), di sperperi, di spese ingiustificabili a fronte di un’attività insufficiente, sul piano qualitativo e quantitativo, a motivare tanto impegno finanziario. Lo sapete che ogni volta che piove, migliaia di euro in sabbia di proprietà dei tesserati se ne va…per la marrana? Per fortuna le ultime notizie(giugno 2014) dicono che c’è stato un accordo tra la FISE e l’ing. Checcoli per la riapertura del CEF…. Speriamo bene! (a dicembre questa possibilità sembra tramontata).
E che cosa dire dei costi che continuano ad aumentare per soddisfare la fame di una federazione che ormai serve solo se stessa.
Sono anni che scrivo queste cose (“Il CEF in rovina”) ma i tesserati FISE, quelli che pagano, dov’erano? Perché nessuno di essi ha presentato una querela? Eppure chissà quanti avvocati vi sono tra loro. E l’ANCCE che cosa aspetta a presentare querela contro i passati presidenti per i danni arrecati ai tesserati ed al concorso completo?
L’unica giustificazione, peraltro fiacca perché i loro soldi non sono stati utilizzati per i fini statutari, è rappresentata dal sistema di voto che ha consentito ai presidenti pro tempore di comprarsi il sostegno dei circoli mediante il commercio delle deleghe: anche perché buona parte dei circoli non hanno i requisiti e non sono affatto rappresentativi dei tesserati. Sarebbe interessante sapere quanti circoli hanno indetto la riunione sociale per definire democraticamente gli orientamenti di voto: credo pochissimi e questa è la vera dimostrazione della “gestione elitaria” denunciata dal direttore de “L’Eperon” perché quelli che pagano non hanno alcuna voce in capitolo, sono dei veri e propri “esclusi”. I comitati regionali che dovrebbero esercitare il controllo dove sono??????????
Gestione elitaria che non ha prodotto nulla: i tesserati agonisticamente attivi sono circa 40 mila, come 25 anni fa (in Francia sono 1 milione e sono raddoppiati negli ultimi 10 anni) ed i risultati agonistici hanno sancito che la nostra posizione nel mondo sta viaggiando verso il ventesimo posto (i mondiali ce lo hanno confermato in modo inequivocabile). Sono infatti notevoli i progressi fatti dai cavalieri dei paesi emergenti, arabi, sudamericani ed estremo oriente.
Dobbiamo uscire da questa situazione (leggi “La situazione dello sport equestre in Italia”- “Il futuro dell’equitazione italiana”) e vi è un solo modo: che i tesserati, anche avvalendosi dei moderni mezzi di comunicazione, non diano ascolto ai soliti personaggi in cerca di potere, ma richiedano che si arrivi al più presto ad una vera democrazia.
La via più semplice per arrivarvi è quella di sostenere la rielezione alla presidenza di Antonella Dallari e di vigilare sul rispetto della promessa fatta in sede elettorale di dare, entro due anni, il voto ai tesserati. D’altronde, l’unica osservazione che mi sento di fare alla Presidente Dallari è che, pur con tutte le difficoltà che ha incontrato, avrebbe dovuto perseguire il rinnovamento con maggiore determinazione ed incisività.
Rilevo inoltre che la formulazione dell’articolo 18, comma 8, che prevede dieci voti uguali per tutti gli enti affiliati, è in evidente contrasto con il primo scopo federale che è quello di promuovere le attività equestri sotto il profilo qualitativo e quantitativo. Infatti, (“La situazione dello sport equestre in Italia”) una buona struttura delle società è una condizione primaria ed imprescindibile per il progresso tecnico e deve essere incentivata anche e soprattutto attraverso la concessione di voti plurimi perché questi determinano il peso delle società nell’organizzazione equestre.
Almeno, visto che il nuovo articolo 18 è stato approvato, e la FISE ha inserito nel regolamento di attuazione l’obbligo per i Comitati Regionali di verificare la democraticità del voto, i tesserati potrebbero rivolgersi al Segretario Generale qualora questo non avvenisse.
Carlo Cadorna
Speriamo che la legga il signor presidente del Coni,Dottor Giovanni Malagò !
Forse dovremmo considerare con più attenzione le nuove alternative equestri come SEF ecc?
I tesserati si sono lasciati marginalizzare dal sistema introdotto a partire dal ’96: quello del controllo assoluto dei voti attraverso le deleghe raccolte dai comitati regionali. In quegli anni c’è stato un presidente regionale che ha convocato singolarmente tutti i presidenti di circolo e li ha convinti con le minaccie a votare per il Suo candidato (che poi è stato eletto per tre mandati). Bisognerebbe controllare le assemblee di circolo: ma è inutile perché troppi circoli sono soltanto l’impianto del presidente e della sua famiglia. E’ molto più semplice dare il voto ai tesserati tramite internet che ormai è diventato il mezzo di comunicazione determinante. Piuttosto bisogna far ragionare gli utenti perché oggi TUTTO SI PAGA. Allora bisogna sempre chiedersi CHI paga. Per fare un esempio, suona bello accogliere gli immigrati: ma bisogna sapere che la differenza tra apporto di lavoro e costi è negativa di parecchi miliardi. Quindi sono un costo e non una ricchezza come sostiene qualcuno. Tutto si può fare ma bisogna prima sapere chi paga: soldi non ce ne sono e dunque bisogna stabilire delle priorità.
Con la FISE è uguale: se spende due milioni ai pratoni, con quali risorse fornisce istruttori, cavalli e servizi ai giovani talenti?
Caro Carlo,
più che d’accordo e da molto tempo.
Definisco però la gestione della FISE più che elitaria ( dove sono le élite) clientelare ed in modo indecente.
Alcune precisazioni, dal mio punto di vista.
È vero che le deleghe facilitano il commercio dei voti, però esse non sono la causa dell’immoralità della gestione. Ne sono solo l’effetto. Anche eliminandole non si risolverebbe molto.
La causa è la non rappresentatività dei tesserati. Le Associazioni, come giustamente affermi, non esistono più quindi non rappresentano affatto i loro tesserati ma solo i loro “gestori”. Conseguentemente i tesserati delle cosiddette Associazioni non sono rappresentati, ne discende ovviamente la non rappresentatività di tutti i tesserati FISE i quali dovrebbero reclamare a gran voce il diritto di voto individuale.
In merito ai “numeri” dei tesserati, la mia opinione è che il tracollo immorale della gestione FISE è iniziato proprio con la loro ricerca per cercare di raggiungere le altre nazioni europee che ci surclassavano, ricerca fittizia perché quelli che noi chiamiamo “numeri” altri chiamava “voti”.
La ricerca dei numeri ha spinto ai margini la qualità contraddicendo ciò che è vero in ogni sport: dalla quantità viene fuori la qualità.
L’ingresso di altre discipline, cui sono state assegnati requisiti minimi per l’affiliazione, non ha fatto altro che aumentare il numero delle Associazioni inesistenti fatte nascere solo per avere più voti e più facilmente orientabili.
[Il mio rammarico è che non mi resi immediatamente conto della deriva cui avrebbe portato quell’apertura quando sedevo in Consulta.]
Prima dell’apertura ad altre discipline c’era stata un’altra decisione solo clientelare e contro la qualità: l’eliminazione dei voti plurimi.
Le accuse di non democraticità con cui fu giustificata la decisione sono un falso abile quanto la creazione dei Protocolli dei “Savi di Sion”-
Ma come! Il mio Centro ha quattro ottimi campi, eccellenti scuderie, istruttori qualificati, diverse decine di allievi che partecipano a tutte le specialità olimpiche con ottimi risultati e il mio unico voto è pari a quello del vicino centro affiliato(?) con un unico campo di patate, baracche vergognose chiamate scuderie ed una scarsa decina di allievi(?) che saltuariamente partecipano a qualche gara? Un centro un voto? Ma sono rappresentati i miei tesserati?
Come concludere? Due drastiche decisioni:
1° voto individuale ai tesserati;
2° la FISE gestisca solo le discipline olimpiche.
Un affettuoso saluto ed un grazie per la “Striglia”, continua così
Giuseppe De Maio
P.S.
A scanso di equivoci. Il punto 2. non si basa certo su uno scarso rispetto per le altre discipline quali l’Endurance ed il Reining. Non c’è insomma la puzza sotto il naso. Ai miei allievi cito sempre come paradigma dell’equitazione l’amazzone Stacy Wesyfall, vederla montare è un piacere per l’occhio, la mente ed il cuore. Ricordo anche come la grande Anky Van Grunsven, non avendo cavalli pronti per partecipare ai WEG di Dressage, ha partecipato a quelli di reining nella squadra olandese.
Si basa invece sulla necessità di eliminare le zavorre che si nascondono dietro il nome di queste discipline solo a scopo clientelare e dare quindi la possibilità ai veri appassionati di essere diretti e gestiti da chi ha vero interesse a quelle discipline.
Caro Giuseppe,
è un piacere sentirTi! Ho aperto questo sito quando, dopo tanti anni di esperimenti e riflessioni, ho avuto la ragionevole consapevolezza di avere delle certezze nei limiti consentiti dalla nostra disciplina(“ci vuole un cavallo per fare bugiardo un uomo”). Quello che Tu giustamente sostieni, l’ho scritto (“La situazione dello sport equestre in Italia”-“I nostri centri ippici”)e ripetuto più volte perché da delegato tecnico ho approfondito i problemi dell’organizzazione di base e messo in pratica alcune soluzioni. Il ruolo fondamentale che nella società civile è riservato alla famiglia, nello sport viene svolto (se funzionano) dalle società sportive. Ma io parlo di sport mentre invece i dirigenti che si sono succeduti dal ’96 si sono occupati esclusivamente di potere. L’elite cui fa riferimento l’Eperon è quella economica frequentata dalla TV: in questo momento una dei suoi maggiori rappresentanti è in galera…. A fare da contraltare vi è un gran numero di tesserati che ha scoperto la possibilità di comunicare su internet e chiedono, con la forza dei numeri, che venga soddisfatta la loro passione. Il punto debole è che quasi nessuno di loro ha una qualche competenza organizzativa e sono quindi facile preda dei capi-popolo più o meno interessati a qualche incarico retribuito. L’unico punto sul quale NON sono d’accordo con Te è l’opportunità di lasciare al loro destino due specialità ad altissimo contenuto tecnico come l’endurance ed il reining: soprattutto l’endurance è una vera palestra per il miglioramento dei maniscalchi, veterinari, osteopati, groom, cavalieri ed istruttori. Non farmi mancare le Tue osservazioni!!
Caro Carlo,a gennaio ti ho scritto che condividevo il tuo pensiero e speravo che il Presidente del CONI,leggesse l’articolo.Ora sono a chiederti :perchè non glielo mandi sulla sua mail ?
Un caro saluto.