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DOVE VA IL SALTO OSTACOLI ?

 

 

 

 

 

Abbiamo già visto come l’esigenza di poter partecipare alle olimpiadi abbia  posto la FEI nella situazione di dover accettare i diktat del CIO che consistono, in sostanza, nel rendere il nostro sport appetibile al pubblico ed ai media.


 

 

 

 

 

Abbiamo visto come queste esigenze siano in contrasto con quelle  della maggioranza dei cavalieri perchè si tratta di portare lo sport dove c’è il pubblico e di renderlo più divertente e godibile: quindi tempi ridotti e squadre meno numerose ma più rappresentative dell’intero pianeta.


 

 

 

 

 

Una vicenda particolare è stata quella che ha opposto la FEI, decisa a difendere le competizioni a rappresentanza nazionale (coppe delle nazioni) ed il Global Champion Tour che mira invece a copiare la F 1 dando prevalenza alle scuderie.


 

 

 

 

Ma pochi giorni fa la FEI si è accordata con J. Tops, padrone del GCT, all’insaputa dei cavalieri di vertice che, per bocca dei rappresentanti più competitivi, hanno protestato. L’accordo prevede che negli CSI5* gli inviti scendano dal 30% al 20% ma nel GCT saliranno dal 30% al 60% consentendo l’accesso di diritto soltanto ai primi 15 della ranking list. Inoltre gli appuntamenti del GCT saliranno da 15 a 20, con relative qualifiche.


 

 

 

 

Potranno inoltre partecipare gratuitamente 4 cavalieri di casa ed una wild card a disposizione della FEI. Tutti gli altri cavalieri per partecipare dovranno iscriversi ad una squadra il cui costo annuale è di 2 milioni.

In conclusione, soltanto 20 cavalieri su 50 non devono pagare.

Altro cambiamento importante:  è stato ridotto il numero dei partecipanti al G.P. selezionando i migliori 25 in una categoria a tempo.  In compenso, la eliminatoria sarà dotata di 200 mila euro ed il G.P. di 300 mila.


 

 

 

 

 

A me sembra che il GCT ha grandi meriti nella promozione della qualità del nostro sport e nella sua diffusione ma anche che la FEI deve corrispondere alle esigenze delle federazioni nazionali con le quali deve esservi un dialogo costruttivo che forse non vi è stato.

Il problema è rappresentato dal fatto che la FEI è dominata dagli USA (J. Madden) che hanno una visione diversa dai paesi europei ed una diversa percezione della crisi economica europea.  Ma la maggior parte dei paesi evoluti nel nostro sport sono in Europa ed hanno una sensibilità sportiva (favorevole alle coppe delle nazioni) profondamente diversa da quella degli altri paesi del mondo:  quest’anno sarà organizzato un GCT in contemporanea con P. di Siena!  Come funzioneranno le qualificazioni per i campionati europei?


 

 

 

 

Alla base di tutto vi è l’esigenza di tutelare lo sport nella sua essenziale funzione educativa che si concilia difficilmente con il business quando questo è troppo invadente.

Infatti, nel S.O. odierno vi sono ben più di 15 cavalieri di eccellente livello nel mondo: attendiamo quindi di sapere quali iniziative intenderà assumere la FISE nei confronti della FEI in relazione a questo rilevante problema (la FISE, unitamente a Francia, Belgio, Svizzera, ha già chiesto spiegazioni alla FEI).

Interessante la posizione ufficiale di S. Conter (Stephex) che auspica, nell’interesse dello sport che le nazioni abbiano voce in capitolo in base alla loro situazione equestre oggettiva, che i concorsi abbiano le stelle non solo in base al montepremi ma anche per la qualità complessiva e che i punteggi sulla ranking siano uguali per tutti i concorsi.

Infine, è evidente che l’attuale sistema di assegnazione dei punteggi per la ranking non funziona:  non può essere che il campione europeo non sia nei primi 30!!!!

Carlo Cadorna

P.S. Questi ed altri (inviti online-incidenti completo-giudizi dressage) argomenti saranno trattati nel Fei Sports Forum che si svolgerà a Losanna il 10-11 aprile 2017.

 

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