Mentre nel palazzo del CONI si teneva un convegno sul benessere del cavallo, nello stadio adiacente (dei Marmi) si svolgevano le gare del GCT.
Un noto cavaliere tedesco ha partecipato con un cavallo che, dopo ogni salto, manifestava con tutti i mezzi a sua disposizione (orecchie, coda, calci) il disgusto per il dolore o, come minimo, l’eccessivo fastidio provato nell’esecuzione del salto medesimo: quindi una bocciatura totale in quanto proveniente dal diretto interessato e cioè dall’atleta.
Mi chiedo quanto tempo dovremo aspettare perché un qualche presidente di giuria abbia la buona creanza di interrompere il percorso raccomandando al cavaliere la cura della schiena del suo cavallo.
Perché si tratta proprio di buona educazione dal momento che un simile spettacolo offende la sensibilità di tutti gli appassionati che assistono alle gare avendo a cuore l’integrità dei cavalli.
E’ interessante notare che nella disputa internazionale che oppone la FEI al GCT con particolare riferimento alle gare a squadre, entrambi i contendenti si richiamano al benessere dei cavalli, sottintendendo che la parte avversa non ne ha abbastanza cura!
A me pare che entrambi usano il benessere a proprio vantaggio ma non ne hanno sufficiente cognizione.
Carlo Cadorna
TOTALMENTE DACCORDO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Grazie!!