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I PALII : VIETARLI O MODIFICARLI ?

 

I  continui incidenti occorsi ai cavalli che partecipano ai palii  provocano giustamente grande sgomento nell’opinione pubblica che ne chiede la soppressione per il tramite delle associazioni impegnate nella tutela degli animali.   Questa posizione è giustificata oppure no come sostengono gli enti organizzatori?

Come nella maggioranza delle questioni che provocano un dibattito,  la ragione sta spesso nel mezzo e richiede moderazione, senso della misura e rispetto per le opinioni altrui.

L’aspetto positivo della partecipazione dei cavalli alle manifestazioni locali è che contribuiscono comunque ad aumentare l’interesse e la passione per il cavallo mettendolo al centro di un’attenzione che in ogni caso serve ad unire ed a motivare la cittadinanza:  cosa non da poco in un Paese il cui principale difetto è che ogni cittadino pensa soltanto ai propri interessi.

 

Gli aspetti negativi sono invece quasi sempre dovuti alla scarsa conoscenza dei cavalli e, di conseguenza, all’esistenza di regole che non tengono conto delle loro peculiarità ed esigenze.  In fondo basterebbe obbligare i comuni organizzatori ad utilizzare esclusivamente cavalli appositamente selezionati ed addestrati da un esperto responsabile davanti alla legge.  Inoltre, far sì che i tracciati predisposti siano compatibili con la velocità dei cavalli e con la presenza del pubblico.  I fantini dovrebbero essere qualificati e risponderne adeguatamente come bene ha fatto il comune di Asti.

Sostenere come fanno alcune associazioni che l’impiego dei cavalli costituisce di per sé un maltrattamento è un’affermazione priva di fondamento per un cavallo ben addestrato ed allenato:  al contrario, questi cavalli partecipano alla competizione come primi attori e ne hanno la piena consapevolezza.

Carlo Cadorna

3 Responses to “I PALII : VIETARLI O MODIFICARLI ?”

  1. maria cristina #

    Ecco un’altro argomento degno del Suo blog. Io,sarei per una posizione molto ferma e rigorosa, e, cioè, controlli adeguati soprattutto sui terreni, oltre che sui cavalli.
    Ad esempio sappiamo benissimo che a correre nel Palio di Siena sono purosangue allenati da fantini di professione, e anche a Legnano, vengono appositamente dalla Toscana, però bisognerebbe secondo me fare molta attenzione anche alle condizioni delle piazze, e alle condizioni metereologiche della giornata in cui si svolgerà il Palio. Tutti gli anni a Siena vediamo qualche cavallo morire malamente, e certo anche il fantino rischia grosso. Allora perchè non dare regole a queste gare, che pur mantenendo viva una tradizione nostrana rischiano così spesso la vita dei cavalli e dei cavalieri, o fantini di professione che siano? Con la simpatia di sempre, Maria Cristina.

    8 Ottobre 2013 at 02:38 Rispondi
    • lastriglia #

      Conosco bene il Palio di Siena perché molti anni fa fui contattato da una contrada che mi chiese un parere circa il modo per renderlo più sicuro. C’è una evidente incompatibilità tra la prima curva (S. Martino), che è tagliata ad angolo retto ed è in discesa, e la velocità dei cavalli. Quindi, o si modifica la curva, o si utilizzano dei cavalli meno insanguati, o si sposta la partenza in prossimità della curva. La tradizione voleva che fossero impiegati i cavalli maremmani: ma poi la passione che c’è in Toscana per le corse ha fatto sì che si impiegassero cavalli sempre più veloci.
      Comunque, se fossero ben addestrati, anche sullo specifico tracciato, non cadrebbero. Il problema è che a Siena è difficile far ragionare le persone perché ci sono troppi interessi che si incrociano: per questo ritengo che si possa uscirne soltanto stabilendo per legge delle precise responsabilità in modo che, se muore un cavallo, qualcuno paga. Allora vedrà che salteranno fuori delle regole più rigorose… Grazie per il bell’intervento!

      8 Ottobre 2013 at 06:24 Rispondi
  2. maria cristina #

    Come al solito ci troviamo pienamente d’accordo,e, la ringrazio per la risposta così dettagliata. Sul fatto che i Toscani siano delle teste dure lo dimostra la loro storia passata, ma credo che a furia di petizioni e insistenze, si riuscirà a trovare una soluzione per una maggiore sicurezza dei cavalli.
    Grazie, a presto, Maria Cristina

    8 Ottobre 2013 at 12:32 Rispondi

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