Le olimpiadi di concorso completo hanno portato alcune novità: le squadre di tre concorrenti, opzione che sembra riuscita perchè obbliga le nazioni a scegliere meglio i propri rappresentanti e va nella direzione di un maggiore rispetto dei cavalli. Seconda novità l’adozione di ostacoli a ceduta programmata: può essere una buona scelta allo scopo di evitare incidenti gravi ai cavalli ma la ceduta deve scattare soltanto in presenza di una botta rilevante che interrompa la meccanica dei cavalli. Altrimenti questi perderanno il necessario rispetto per gli ostacoli fissi. Infine è stato notevolmente accorciato il cross-country (4.400 m.) distanza di per sè poco impegnativa.
La squadra italiana è stata scelta con molto acume perchè non si può paragonare l’impegno di un cavallo che porta oltre 80 kg. con uno che ne porta la metà. Di qui la scelta di tre amazzoni collaudate. Per i giovani debbo precisare che fino al 1976 il peso era fissato per tutti a 75 kg. per cui le amazzoni mettevano dei piombi sotto la sella. Fu il Col. Marcone, al quale si deve il salvataggio delle olimpiadi di Montreal per una scelta tecnica riguardante lo stato del terreno del S.O. , a proporre a Filippo di Edimburgo di abolire il piombo: ed al duca, da grande “tombeur des femmes” qual’era non sembrò vero di poter usare una tale delicatezza al gentil sesso! Ciò non toglie che, sul piano sportivo, ora non vi è parità.
Comunque le nostre amazzoni si sono molto ben comportate riportando la 7° posizione di squadra. Sul piano individuale Susanna Bordone con un bel netto in s.o. è entrata nei primi 25 abilitati allo spareggio per la finale individuale.
Nella finale, vinta dalla tedesca J. Krajesky, si è classificato per la prima volta (4°) un cavaliere giapponese. Al termine anche un cavaliere indiano ed uno cinese. Hanno primeggiato i cavalieri e, soprattutto, i cavalli francesi. La nostra S. Bordone si è classificata 18° con un errore all’ultimo salto (ahiiiiii!!).
Nel Salto Ostacoli il direttore di campo ha presentato un percorso (aperto a tutti) che ha determinato il netto per i cavalieri di sei squadre: GBR, Irl., JPN, Bel, Ned, Swe. Purtroppo il nostro Car.sc. E. Gaudiano ha presentato il suo cavallo Chalou NON IN AVANTI. Il cavallo lo manifesta, espressione della sua qualità, con delle “arrembate” di anteriori nel tentatico di coprire delle distanze per le quali gli manca la spinta dei posteriori: di conseguenza non riesce a partecipare alla realizzazione del salto e deve subire le distanze che gli confeziona il suo cavaliere. Invece, il cavallo preparato bene deve avere spinta in avanzo, così da poterne utilizzare una parte per trovare, DA SOLO, la giusta distanza. Osservate il cav. A. Hoy ……!!!! Per quanto precede credo che nella partecipazione a questo livello di gare nelle quali il cavaliere rappresenta la nazione intera, dovrebbe essere fatto obbligo, prima di tutto morale, di fornire al cavaliere quell’assistenza tecnica necessaria almeno nell’ultimo periodo di preparazione.
La finalissima ha visto la partecipazione di tutti i cavalieri svedesi Friedricson (un modello), von Eckermann e Baryard, la vittoria di B. Maher (che ha un cavallo, Explosion, senza pari), e l’ottima prestazione di M. van der Vleuten la cui monta è molto migliorata negli ultimi tempi. Un bel quadretto di ottima equitazione!
Carlo Cadorna
Sapevamo che non sarebbe stato possibile ripetere Tokyo 1964: due ori in Completo, individuale ed a squadre (Checcoli, Angioni, Argenton, Ravano).
Il settimo posto a squadre è comunque un risultato di buon livello, in particolare se si analizza la performance delle nostre tre amazzoni nella prova di campagna che le vede alla pari delle migliori nazioni. Dove perdiamo terreno è nella prova di dressage che ci penalizza con punteggi negativi (15° ed ultimo posto).
Il risultato di Jung ci dice che tutte le prove sono influenti: da primo ad ottavo.
La lunghezza della prova di XC è stata determinata dalle condizioni meteo previste, caldo ed umidità, che hanno fatto optare per un accorciamento del tracciato per preservare la salute e la sicurezza dei cavalli. In futuro, Parigi 2024, si dovrebbe tornare alle lunghezze abituali.
Infine ci sarebbe da scrivere un libro su Andrew Hoy: 62 anni, 8 olimpiadi, tante medaglie olimpiche da poter costituire un comitato olimpico nazionale personale, arricchito dall’argento a squadre e dal bronzo individuale di Tokyo 2021!
Ho ancora negli occhi la classe cristallina con cui montò a Montelibretti nel 2012, in preparazione di Londra 2012. Classe superata solo dalla sua semplicità e gentilezza.
Lo aspettiamo ai Pratoni nel 2022.
giuseppe maria de nardis
Condivido tutto, in particolare l’ammirazione per il cavaliere A. Hoy che conosce l’equitazione naturale italiana meglio di noi: ed i risultati, come si vede, non mancano!
caro generale, non badi alle maiuscole che il mio pc non mi permette. nel 2017 le scrissi per stigmatizzare il comportamento di gaudiano, che il 2 gennaio, non appena chalou era diventato un 8 anni, lo aveva montato in una 160 al csi4 di liverpool. questo atteggiamento di sfruttamento del cavallo per fini economici è stato confermato negli anni successivi, quando chalou ha fruttato al suo cavaliere più di 900.000 € di premi, mentre la sua coetanea carlotta portava a casa altri 400.000 €. il risutatoo è che a 12 anni chalou e carlotta sono due cavalli finiti. quest’anno chalou ha fatto errore in tutti i gp ai quali ha partecipato, mentre i guadagni di carlotta si sono ridotti a 19.ooo €. le 9 penalità di chalou nelle qualifiche di tokio sono la logica conclusione di questa vicenda di sfruttamento economico dalla quale la federazione avrebbe dovuto nettamente dissociarsi, anche a costo di non avere nessun rappresentante anche nella gara individuale.
Condivido solo in parte: non credo che il cavallo di Gaudiano sia finito: deve solo essere preparato meglio. Un cavallo è finito quando perde la generosità….
aggiungo qualche dato su chalou. 60 percorsi a 8 anni, 49 a 9 anni, 65 a 10 anni, ancora 47 in anno di pandemia. il vecchio spezzotti diceva che ogni cavallo ha un certo numero di salti nelle gambe, penso che chalou i suoi li abbia finiti a una età, 12 anni, che dovrebbe essere la migliore per un cavallo ben gestito.
Il mio cavallo ha 20 anni e non è mai stato così bene….
la mia, una hannover allevata per il completo, ne ha 21 e anche lei sta benissimo..
Complimenti!
Purtroppo concordo… Ma per mia esperienza attuale si può recuperare, con il lavoro a mano abbinato all’osteopatia, anche un cavallo con gravi lesioni alte.
explosion w, col quale ben maher ha vinto la medaglia d’oro a tokio, ha la stessa genealogia – chacco blue x baloubet du rouet – e la stessa età, 12 anni, di chalou. anche l’atteggiammento sul salto – gli anteriori ben tesi in avanti nella fase di ricezione – è simile. la differenza più forte la vedo nel fatto che explosion, prima di essere affidato a maher nel maggio del 2018, era stato montato da amazzoni che solo alla fine del 2017 avevano affrontato categorie da 145. quando nello stesso anno chalou aveva saltato il 10 categoria da 160 e quasi altrettante in 155. le condizioni fisiche di chalou possono anche essere perfette, ma i risultati dell’ultimo anno dimostrano il suo logorio psicologico. quindi, tornando alla fise, non credo all’automatismo per cui un cavaliere che ha ottenuto la qualifica olimpica deve per forza essere iscritto alle gare olimpiche. già nel 2016 gaudiano e la truppa avevano venduto i loro cavalli ‘olimpici’ per andare a rio a fare pessime figure in rappresentanza dell’italia. evidentemente manca alla nostra federazione l’autorità e la caratura tecnica necessarie per affrontare situazioni del genere