Oggi ho visto parte della prova di cross-country dei mondiali di concorso completo: mi è molto piaciuto il commento di F. Roman per la competenza ed il percorso di campagna che reca la firma di G. della Chiesa. Finalmente un cross che rispetta la prima esigenza di un cavallo che deve galoppare: non interromperne l’azione. Si parla tanto di benessere del cavallo, e questa è l’esigenza primaria: difatti, non vi è stato nessun incidente ai cavalli!
Inoltre ha permesso ad essi di distendersi rivelando all’occhio attento, la vera qualità del suo addestramento: quella di avere una schiena che funziona correttamente. Infatti, prima di tutto il cavallo deve saper distendere completamente la sua linea dorsale appoggiandosi bene nella mano che cede trattenendo. Ma alla minima resistenza della mano che resiste cedendo, dettata dall’esigenza di saltare delle combinazioni, deve cedere con la bocca e decontrarsi completamente, mantenendo la tensione dorsale.
Vi erano i migliori cavalieri del mondo tra i quali mi sono piaciuti Krajewsky, Price, Vogg, Smith etc… Ma quello che più mi ha piacevolmente sorpreso è stato il cap.m. G. Ugolotti che è completamente cambiato in meglio: a riprova è stato l’unico che ha passato facilmente, con un tempo in meno, la difficile combinazione sotto lo scivolo. A dimostrazione che è la flessione delle anche che dà la riunione e non quella dell’incollatura come sembrano ritenere in molti. Anche il suo assetto è esemplare!
I giornali stranieri hanno, nei loro commenti, certificato il successo della manifestazione che ha contribuito al rilancio del centro ippico di Rocca di Papa.
Non ho visto i percorsi di cross, ma dalle penalità riportate dai nostri cavalieri – tutti con grossi fuori-tempo, risulta che non hanno galoppato abbastanza. Ma se un cavaliere non fa almeno il tentativo di rimanere nel tempo, che cosa va a fare a un campionato del mondo? e domani a una olimpiade?
Caro Generale, oggi eccezionale exploit di Gaudiano, che al 5* stelle di St,Tropez ha vinto la 140 a due fasi con Chaccart, è arrivato secondo nella 145 a tempo con Crack Balou e ha vinto la 150 a tempo (davanti a Delestre) con Nikolaj de Music, arrivando quarto nella stessa gara con Chalou. I miei impegni di istruttore del mio undicenne nipote mi hanno consentito di seguire solo il percorso di Chalou, che andrebbe usato meno spesso. Ma devo dare atto a Gaudiano di essere, a parte la gestione sconsiderata dei suoi cavalli, l’unico cavaliere italiano ad avere quella voglia di vincere senza la quale si resta nella mediocrità. Lo dico anche a proposito dei nostri cavalieri di completo, che partono nel cross già con l’intenzione di andare fuori tempo. Nella gara regina la nostra Schivo (nomen omen) è arrivata cinquantesima, preceduta da cavalieri di 12 nazioni, compreso un giapponese…
Caro Generale, sempre a proposito di Gaudiano, nel 5* di St.Tropez ha vinto anche la 150 di sabato, con Chalou. Ma poi è stato l’unico tra tutti i cavalieri della 150 di sabato a montare lo stesso cavallo nella 160 del GP di domenica, dove il povero Chalou, evidentemente stanco, ha commesso due errori nel percorso base. Un altro esempio della ‘gestione sconsiderata’ di cui scrivevo…
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Nella precedente settimana a St.Tropez la Martinengo aveva vinto una 145 e una 150 con Calle de Luxe, e si era piazzata con Quick and Easy. Però non aveva partecipato alla 160 di domenica. Ieri, sempre a St.Tropez, con gli stessi (ottimi) cavalli nelle stesse categorie ha fatto 12 e 8 penalità più fuori tempo.
Gaudiano, in tour in Marocco, nelle gare alte ha montato il bravo Crack Balou tre giorni di seguito. Sabato è arrivato secondo in barrage, il terzo giorno non si è piazzato tra i primi 12. Nessun altro risultato utile per i pochissimi italiani in gara nel circuito europeo, mentre nel CSI2 di Gorla minore il GP è stato vinto da una austriaca seguita da un connazionale e da uno svizzero. Quarto il primo dei trenta italiani in gara. Questa è la realtà della nostra equitazione e del nostro allevamento. Non più che discreti cavalieri e cavalli autoctoni creano un circuito autoreferenziale che scompare al confronto con la realtà europea.
Ho appena assistito alla vittoria della Martinengo con Quick ‘ Easy nella 150 di St.Tropez. Bella gara e velocissimo barrage dove Denis Linch, arrivato dietro di 1 secondo, era l’unico maschio. Spero di vederla domani in GP, una 155, dove ci vorrà più controllo.
Caro Generale, il fine settimana è stato ricco di occasioni, con discreti risultati per gli italiani, che hanno vinto il GP di CSI2 a S.Giovanni (Casadei) in Belgio (DeLuca) e in Francia (Vizzini). Nei CSI3 di Vilamoura e Valencia Bucci e Cristofoletti sono arrivati rispettivamente secondo e ultimo in barrage. Nei CSI4 in Marocco e S. Tropez né Gaudiano né la Martinengo si sono piazzati. Nel GP di W.C. a Oslo Turturiello è entrato in barrage con un bel percorso base della sua cavalla (di grande classe) che ho potuto seguire, mentre non ho visto il barrage nel quale ha commesso due errori finendo undicesimo e ultimo. Insomma, c’è una scala di valori abbastanza precisa, e risalire ai gradini più alti non sarà facile.
L’ultimo fine settimana ha confermato i risultati precedenti, nel bene e nel male. Quanto a quest’ultimo, Gaudiano è imbattibile. Nell’ultimo concorso del circuito marocchino, un CSI4, ha nuovamente vinto la 150 di sabato con Crack Balou e ha nuovamente montato lo stesso cavallo nel GP di domenica, totalizzando 14 penalità, tre agli ostacoli e due per il tempo. Il povero Crack Balou in 18 giorni ha partecipato a otto categorie. Gli anglosassoni lo chiamano overjumping, ma a questo punto si potrebbe parlare di maltrattamento di animali. La FEI non mi sembra abbia un regolamento al riguardo, forse perché nei paesi di normale civiltà equestre i cavalieri sono i primi a preoccuparsi della salute fisica e mentale dei loro cavalli. Invece in Italia, dove il deficit culturale è la norma, ci vuole una regola scritta che consenta alla FISE di fermare un cavallo quando venga costretto a fatiche atletiche eccessive. Con i mezzi informatici di oggi, non sarebbe tanto difficile applicarla…
Caro Generale, nella Coppa del Mondo di domenica il percorso messo in campo da Vezzani ha giustamente punito quei cavalieri che hanno portato a Verona i loro secondi o terzi cavalli, e ha premiato il n.1 del mondo van Eckermann che ha montato il suo King Edward: anche se poi ha dichiarato, dopo la vittoria, di averlo portato a Verona solo per prepararlo in vista di concorsi più importanti. E non ha tutti i torti perché oggi un GP da 200.000 €, non è abbastanza attraente. Quanto agli italiani, mi dispiace per Casadei, che ha montato molto bene ma è caduto in una delle trappole predisposte da Vezzani, che vuole in barrage solo quelli, come Eckermann o Vrieling, con un perfetto controllo del cavallo.
Ho visto il percorso di von Eckermann ed è stato, a mio parere, l’unico perfetto. Invece sono rimasto deluso da Deusser il cui cavallo non aveva l’impulso di quello del Gran Slam. Domani vedrò gli altri…