Improvvisamente, con la discrezione con la quale ha sempre vissuto, Albino ci ha lasciato.
Caro amico, sei stato il compagno di una vita, serio e silenzioso con un senso del dovere e della responsabilità che oggi è così raro: ma Tu hai avuto la fortuna di essere formato da uomini di ferro che Ti hanno forgiato come l’acciaio.
Ci siamo conosciuti a metà degli anni ’60: eri reduce, quale cavaliere, dalla preparazione alle olimpiadi di Roma e ti eri specializzato nella direzione e nel coordinamento di tutte le attività del CEF e delle squadre federali.
All’epoca montavi ancora a cavallo regolarmente e… molto bene avendo avuto degli insegnanti d’eccezione. Con il passare del tempo le attività organizzative e pratiche hanno preso il sopravvento e sei diventato il deus ex machina del CEF, ossia l’angelo custode di tutti coloro che lo frequentavano.
Innumerevoli sono stati i cavalli che ho iniziato ai salti in campagna avvalendomi della Tua guida competente che assicurava la giusta progressione.
Frequentando i pratoni abbiamo continuato ad incontrarci fino a pochi giorni fa ed il Tuo pensiero era sempre al futuro di quell’impianto che tanta parte ha avuto nella formazione di generazioni di amazzoni e cavalieri.
Caro Albino, sono certo che il Padre Eterno vorrà restituirTi almeno una parte di tutto quello che, con immensa generosità, hai dato agli altri: con questa certezza voglio assicurarTi che sarai sempre nei miei pensieri più profondi.
Carlo Cadorna
P.S. Propongo di intitolargli il maneggio coperto o qualche altro impianto; metto a disposizione dell’ente di gestione una somma da definire per la lapide.