Nel momento in cui abbiamo superato i mille ingressi (1500), che rappresentano un primo traguardo, desidero ringraziare i lettori che mi seguono nella battaglia che sto conducendo, affinchè nel mondo equestre la logica e il buon senso prevalgano sulle vecchie culture che considerano il cavallo in modo del tutto simile ad una motocicletta, nel più completo disinteresse per il suo reale stato fisico e quindi per il suo benessere.
Noi esseri umani abbiamo avuto il grande privilegio di essere dotati di un cervello che, se viene opportunamente ginnasticato, è in grado di effettuare ragionamenti complessi: sono essi che ci aiutano a comprendere la verità, ad orientarci in questo mondo moderno che, in alcune sue espressioni, pare aver perso la bussola.
Appare pertanto evidente che il cavallo può raggiungere traguardi agonistici di rilievo soltanto se raggiunge una condizione muscolare perfetta. Lo specchio di questa condizione è la schiena.
Quando metto le mani sulla schiena di un cavallo, posso leggere il suo passato ed anche il suo futuro. Se ci sono compensazioni il passato è triste ed il futuro non esiste. Dallo sviluppo equilibrato del muscolo lungo-dorsale si giudica il livello di vera riunione.
Quindi che dire di quei cavalieri che si ostinano ad impiegare i cavalli con la schiena imbarcata: non metto in dubbio la loro abilità, ma la loro intelligenza sì !!!!! Eppure c’è qualcuno che vorrebbe convincere gli appassionati a finanziare l’acquisto di nuovi cavalli da mettere a disposizione di questa specie di cavalieri.
La difficoltà nel comprendere l’Equitazione risiede nel fatto che, con un assetto difettoso, anche le ricette giuste non funzionano. Quindi, prima di affermare che un procedimento è errato, bisogna fare un controllo sul proprio assetto: ne indico due. Provare a trottare tenendo le redini con una mano fino a che il cavallo appoggia la sua bocca nella nostra mano: quindi provare a mantenere il contatto con due mani.
Provare a trottare in salita senza attaccarsi alle redini… mantenendo un contatto costante e leggero.
L’uso delle redini di ritorno dimostra che c’è qualcosa che non va: altrimenti non se ne sentirebbe la necessità.
Questo, è un modo intelligente di procedere nella conoscenza di quel meraviglioso animale che è il cavallo.
Carlo Cadorna
Un grazie lo dobbiamo tutti noi a lei, Colonnello, che si spende senza risparmio regalandoci chiarezza politica (nell’equitazione, ma non solo), competenza e conoscenza equestre senza alcuna gelosia del proprio sapere teorico e pratico.
Ha mai pensato di raccogliere tutto questo materiale, oltre a quello non ancora edito online, in forma di libro, anche di e-book vista la sua predisposizione all’uso dei mezzi telematici?
Auguri al Blog!
giuseppe maria de nardis
Mentre il blog è un qualcosa di vivo, grazie ai Vostri commenti ed anche alle Vostre possibili critiche, un libro si giustifica soltanto nei confronti della storia. Ma quella dell’Equitazione è già stata scritta; è probabile che mi dedicherò a qualcosa del genere sulla grande guerra per metterne in rilievo aspetti ignorati o travisati (tra poco ricorre il centenario).
Caro Sig. Colonnello,
mi unisco ai complimenti ed ai ringraziamenti inviatiTi dal lettore e approfitto per riproporTi la sua idea: oltre all’approfondimento della prima guerra mondiale (avendo avuto modo di parlare dell’argomento con Te, direi che Tu hai una capacità sintetica ed anche un “osservatorio particolare” sull’argomento!), non trascurerei una pubblicazione tecnica sull’equitazione. Anche solo la pubblicazione della raccolta dei Tuoi scritti sulla Rivista di Cavalleria potrebbe essere di aiuto a tutti noi.
Un caro abbraccio e ancora tanti complimenti per il traguardo raggiunto e per la Tua competenza che tante insicurezze ci toglie ogni giorno.
Con l’affetto di sempre,
Filippo Gargallo