E’ un ostacolo di estensione ed è fondamentale per giudicare l’attitudine e l’addestramento di un cavallo.
Abbiamo visto infatti che non vi può essere riunione senza una corretta estensione. E’ quindi paradossale ed anche indicativo dello stato della cultura equestre nel mondo che ogni tanto qualcuno ventili la possibilità di una eliminazione della riviera.
Un cavallo ben preparato salta facilmente dei piccoli dentro-fuori distanziati progressivamente a 3-3,50-4- 4,50.
Piuttosto, il fatto che un cavallo abbia difficoltà a passare la riviera deve indurre l'”uomo di cavalli” a riflettere: perchè vi è sempre una ragione se il cavallo non vuole o non può fare una cosa! Nel 90% dei casi il problema risiede nella colonna vertebrale: bisogna verificare che la zona lombare e lombo-sacrale siano adeguatamente muscolate.
Essendo un ostacolo che richiede estensione, si mette sempre in combinazione con un ostacolo che richiede la riunione, verticale o gabbia.
La riviera deve avere un fronte di 5 metri e può avere una profondità da 2,5 a 4,5 metri: quindi, da un tempo di galoppo cortissimo ad uno allungato. E’ preceduta da un invito di altezza non superiore a cm.50.
La possibilità di saltare correttamente la riviera dipende quindi dalla capacità del cavallo di spiccare il salto dall’invito e di coprirne la larghezza attraverso un salto equilibrato che per svilupparsi in estensione ha bisogno anche di una certa elevazione.
Il segreto perché il cavallo si avvicini ai salti, ed a maggior ragione alla riviera, è che abbia il libero uso dell’incollatura pur restando negli aiuti del cavaliere.
Per compiere un salto in estensione-elevazione il cavallo deve sviluppare l’oscillazione massima della linea dorsale: quindi il cavaliere deve gradualmente aumentare la lunghezza della falcata conservando inalterata la cadenza. Questo è possibile soltanto se il cavaliere ha un assetto “fermo”.
Il miglior modo per preparare un giovane cavallo al salto della riviera, oltre ad addestrarlo secondo i principi che sono illustrati in questo sito, è quello di esercitarlo al salto dei fossi naturali in campagna: in televisione si può vedere un esempio eccellente illustrato dal cavaliere M. Cappai.
In assenza della campagna (che è molto formativa) si può esercitarsi su di un fosso, opportunamente inquadrato, sormontato da una barriera di modesta altezza (1 m.).
Un cavallo ben addestrato, deve non soltanto estendersi con facilità per saltare la riviera ma anche rientrare alla ricezione alla minima resistenza della mano: deve, come si dice in gergo equestre, essere permeabile nel senso che la resistenza della mano deve riprodurre i suoi effetti su tutta la struttura del cavallo che quindi deve rimettere le leve posteriori in posizione di spinta.
Altra funzione della riviera è quella del “bagno dei vincitori”: questa simpatica tradizione deve però essere messa in atto con le dovute attenzioni, affinchè nessuno si faccia male.
Carlo Cadorna