Osservando uno scorcio dei campionati giovanili (junior) di Millstreet, mi è venuto spontaneo l’impulso di fare un paragone tra l’Europa equestre e quella politica.
Questa pretende di essere un faro di civiltà ma poi accoglie gli immigrati al di fuori di ogni regola che ne è il presupposto.
Quella equestre dovrebbe rappresentare il futuro che appare, fin d’ora, alquanto nebuloso. Anzitutto la ricognizione del percorso che avrebbe dovuto mettere in mostra le squadre nella loro identità nazionale contenuta in una cornice di quella disciplina che è il presupposto dell’insegnamento e quindi anche dell’apprendimento.
Esemplificazione (esagerata) della tecnica dello sci d’acqua.
Infatti la confusione formale che regnava durante la ricognizione si è trasformata in una confusione tecnica durante i percorsi: si è visto di tutto ma a dominare è stata la tecnica dello “sci d’acqua” che consiste nel “montare” un cavallo che non ha impulso (e ne avrà sempre meno!) con i ragazzi nell’attitudine mentale di essere loro a convincere i loro cavalli a saltare.
Questo cavallo è stato spinto nell’ostacolo per saltare ed ha imbarcato la schiena. Di conseguenza la parabola sul salto non è centrata ma molto squilibrata in avanti con grande sovraccarico degli anteriori in ricezione. Il cavallo, con le orecchie, disapprova…
Parabola corretta: si osservi la muscolatura dell’incollatura, leggera e ben estesa. La base dell’incollatura (a differenza della foto che precede) è ben sollevata.
Una tecnica che esclude qualsiasi sensibilità nei confronti dell’equilibrio e dell’impulso dei loro cavalli e quindi assicura un futuro promettente soltanto ai commercianti di cavalli.
Attitudine giusta.
Per fortuna si è visto anche qualche sprazzo di buona equitazione concentrato in Irlanda, Spagna e Svezia: questa nazione già nel 1980, durante i WEG, alle sette del mattino dell’ultimo giorno, presentava nello stadio il saggio delle proprie scuole.
Ma le tribune erano deserte mentre avrebbero dovuto esserci i nostri dirigenti per osservare ed imparare con quale uniformità e disciplina montavano tutti gli allievi: non è quindi un caso se oggi una delle squadre che può aspirare ad una medaglia olimpica è certamente quella svedese.
Cavallo con equilibrio ed impulso.
Credo che uno degli elementi che contribuisce maggiormente al declino equestre dei giovani sia la difficoltà a trovare dei cavalli nave scuola. Molti anni fa valeva il principio “cavaliere giovane -cavallo esperto” laddove per esperto si intendeva un cavallo fatto che manifestava impulso naturalmente tendendosi nella mano del cavaliere.
Ma oggi i cavalli di oltre 11-12 anni sono considerati vecchi e non li vuole nessuno: di conseguenza i commercianti non li vendono.
Cavallo privo di equilibrio (si vede dall’incollatura pesante e dagli anteriori cha avanzano poco).
Tutti sono alla ricerca di buonissimi cavalli giovani senza sapere che il presupposto dell’impulso è l’equilibrio che richiede degli anni nella formazione corretta dei cavalli giovani.
Tecnica dello sci d’acqua seppur meno evidente.
Ma questi cavalli, mandati in avanti senza una postura corretta che soltanto un cavaliere esperto può ottenere, si danneggiano nella muscolatura e nelle articolazioni. E’ quindi evidente che non parliamo più di equitazione ma piuttosto di un qualcosa che riguarda la protezione degli animali.
Per la cronaca la squadra italiana ha ottenuto la medaglia d’argento grazie soprattutto a due figli d’arte impostati correttamente.
Ma ricordo che il risultato agonistico, a livello giovanile, è relativo perchè la qualità dei cavalli è determinante. Quella che conta, in prospettiva futura, è l’impostazione, soprattutto dell’assetto.
Carlo Cadorna
P.S. Tutte le foto, ad eccezione della prima e dell’ultima, non hanno alcuna attinenza con la gara di cui si parla e sono state scelte su google unicamente in quanto idonee a facilitare la comprensione dei lettori per il testo. Alcuni critici negano la possibilità di esprimere un giudizio sulla base di una fotografia. Osservando la muscolatura di un cavallo, soprattutto quella dell’incollatura, si può stabilire con certezza il suo livello addestrativo. Me l’ha insegnato nientemeno che Hans Gunther Winkler, grande cavaliere (campione del mondo) e caposcuola tedesco con il quale ho avuto la possibilità di passare una giornata. Questo argomento formerà il tema di un prossimo articolo.
Ai critici che negano la possibilità di esprimere un giudizio sulla base di una fotografia andrebbe fatto leggere William Steinkraus, cavaliere americano oro olimpico nel ’68 in Messico e non solo. (Certo dipende dalla qualità del commentatore).
Ai critici farebbe bene anche assistere alla preparazione dei cavalieri in campo prova in compagnia di un adeguato commentatore.
Sarebbe molto utile poter avere un commento tecnico audio adeguato di percorsi “esemplari” nel bene e nel male.
Il lavoro di questo blog nel cercare e trovare le giuste immagini merita un grande ringraziamento.
giuseppe maria de nardis