Nei giorni scorsi ho potuto vedere in televisione ( Focus) un documento eccezionale: un addestratore di cavalli negli USA ha voluto sviluppare la naturale amicizia tra un pony ed il suo piccolo Jack Russel.
Ha addestrato il cane, mediante un’adeguata rincorsa, a saltare in groppa al cavallo che, restando immobile, è stato felice di ricevere e tenere il cane sdraiato sul suo dorso.
Il secondo passo è stato quello di abituare il cane a restare fermo sul pony in movimento, cosa che non ha creato problemi su nessuno dei due.
Quindi l’addestratore ha pensato di far saltare il pony e questo è avvenuto senza determinare nel cane particolari problemi.
Ma quando ha deciso di far saltare alla coppia una combinazione di salti, il cane si è portato in avanti, in corrispondenza del garrese del cavallo.
Se l’avesse potuto vedere Caprilli, avrebbe compreso all’evidenza che questa era la conferma di tutta la Sua teoria dell’Equitazione: infatti il cane, con fine e naturale “senso del cavallo”, aveva compreso che con la posizione avanzata realizzava il perfetto assieme con la dinamica del cavallo.
Meditate, cari amici!
Carlo Cadorna