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LA SICUREZZA NELL’EQUITAZIONE

 

Il codice civile considera il cavallo un animale pericoloso:  io non condivido questa posizione ma debbo riconoscere che, tra persone incompetenti,  è giustificata.

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Infatti, il cavallo è un animale che unisce una forza grandissima ad un carattere tipico degli animali da fuga, vittime naturali degli animali da preda e quindi portati istintivamente alla difensiva. Inoltre è cresciuto negli ampi spazi ed ha molte difficoltà a muoversi in quelli ristretti dove l’uomo l’ha costretto.    Di conseguenza ha tutte le reazioni dettate dalla paura e da una coscienza senza limiti della sua forza.

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Per queste ragioni, il primo consiglio che posso dare a chi ha a che fare con i cavalli, è di addestrarli in modo conveniente(vedi articolo sulle esperienze nell’addestramento).     In particolare è importante la sottomissione alla capezza perchè insegna al cavallo a non cercare di risolvere situazioni difficili con la propria forza ma ad attendere l’intervento dell’uomo.

Cavalli che tirano indietro e si rovesciano in scuderia, che restano incastrati nel box e si procurano gravi lesioni vertebrali, che non salgono sul van e vanno incontro ad incidenti, che restano incastrati da qualche parte e, nel tentativo di divincolarsi, si procurano gravi fratture.

I cavalli devono essere lasciati liberi esclusivamente in recinti con recinzioni solide e non offensive (NO filo spinato).

Ugualmente importante è l’abitudine e la sottomissione al governo in particolare dei piedi perchè esso è un’occasione unica per stabilire un colloquio produttivo di reciproca fiducia tra cavaliere e cavallo. Infine è di particolare importanza, nel lavoro in piano, il rispetto per il corretto funzionamento della sua colonna vertebrale.

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Se saranno rispettate tutte queste condizioni, il cavallo diventa un animale domestico, più intelligente e ricettivo del cane e, di conseguenza, qualunque espressione aggressiva sarà prevenuta ed eliminata.

In caso contrario il cavallo si difende prevalentemente con i denti- morsi, e con i piedi- calci.    Poichè ha ottima memoria, qualunque maltrattamento prima o poi si paga.    Molti groom sono rimasti vittime di cavalli ai quali imponevano di poggiare nel box con l’uso del forcone.

Purtuttavia è necessario adottare alcune attenzioni: sopratutto d’estate,  il cavallo cerca di liberarsi dalle mosche piegando gli anteriori e muovendo la coda. Quindi bisogna evitare di mettere la testa davanti o dietro gli anteriori; quando si sta dietro è prudente impugnare la coda, sia perchè l’azione agisce sulla colonna vertebrale e quindi sulla sottomissione, sia perchè si evita che la coda possa colpire i nostri occhi.

 

 

 

 

 

 

Quando si porta un cavallo a mano bisogna impugnare la longhina o le redini di piatto:  altrimenti, nell’eventualità di uno strattone, vi danneggiate la spalla.  Inoltre deve essere tenuto corto perché altrimenti potrebbe spaventarsi, rigirarsi e colpirVi con un calcio.

Quando si gira alla corda un puledro bisogna sempre indossare i guanti per evitare di lasciare sulla longhina la pelle delle mani.  E’ inoltre pericoloso indossare gli speroni perché potrebbero farVi inciampare.

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Sarebbe anche prudente indossare, almeno nella scuderia,  scarpe di sicurezza dotate di puntale metallico. Si evitano tante micro fratture ai piedi che possono essere pestati, volontariamente o non, dal cavallo.

Nel 1971, mentre mi trovavo ai Pratoni del Vivaro per un ritiro in preparazione di una gara internazionale, i due grandi istruttori di allora, Mangilli e Manzin,  si avvicinarono entrambi, prima l’uno e poi l’altro, al cavallo di un mio compagno di squadra allo scopo di correggergli la posizione della mano:  ad entrambi il cavallo (un purosangue di gran qualità) pestò un piede.   Non so che cosa ne pensate Voi; a me sembra difficile che si sia trattato di un caso!

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Anche nel lavoro bisogna osservare alcune precauzioni: quando si lavora un cavallo scosso, non bisogna mai permettergli di sfilarvi accanto con i posteriori che vanno tenuti a distanza. Questo perchè alcuni cavalli reagiscono alle loro piccole rigidità articolari scalciando in partenza.

Quando si salta con un cavallo, anche se esperto,  bisogna sempre osservare una rigorosa progressione e indossare il casco.  E’ consigliabile anche l’uso di una protezione per la schiena.

Quando si deve infilare o sfilare un abbigliamento fornito di maniche, bisogna sempre scendere da cavallo: immaginate che cosa succede se il cavallo si spaventa e parte mentre avete le braccia impedite!

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I campi di lavoro devono essere sempre ben spianati:  non solo per la sicurezza dei cavalli ma perchè in caso di caduta di piatto la pressione è costante e si evitano possibili lesioni interne;  in caso di caduta su di un arto questo è libero di scivolare e si evitano lesioni anche gravi.

 

 

 

 

 

 

 

La bardatura deve essere di cuoio inglese ben ingrassato e tenuta sotto controllo.  Se si usa un sottopancia non elastico,  almeno in cross-country e nei S.O. più impegnativi,  è prudente aggiungere sopra la sella una sassinga.

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Con i cavalli dotati di un torace affusolato e con i puledri è sempre bene usare un pettorale anche allo scopo di evitare di stringere troppo il sottopancia.   La capezza e la testiera devono essere sempre ben allacciate:  eventuali riscontri volanti potrebbero offendere gli occhi del cavallo.   Quando si scende da cavallo le staffe devono essere sollevate facendole scorrere negli staffili:  il cavallo potrebbe agganciarsi con la testiera o offendersi gli occhi.

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Le staffe devono essere pesanti e comode; altrimenti è meglio ricorrere a quelle di sicurezza ad evitare il rischio di rimanere staffati.   A questo proposito, il cavallo ben addestrato non scappa e resta sotto il controllo delle redini anche se il cavaliere cade.   Nel 1983 sono caduto con il cavallo in corsa ad ostacoli e sono rimasto, incredibilmente, con il piede sinistro incastrato nello staffile.   Avevo le redini in mano ed il cavallo non si è mosso:   sono rimasto penzoloni 10 minuti prima che qualcuno arrivasse a liberarmi da quella scomoda posizione (con una spalla rotta).

I fondi scivolosi (asfalto, ghiaccio) misurano l’equilibrio del cavallo: senza appositi ramponi, che possono essere sostituiti da delle piccole saldature sulla punta,  occorre molta attenzione:  molti anni fa, con un cavallo ben abituato, sono caduto con il cavallo sull’asfalto per l’uscita improvvisa di un cane da un cancello.

 

 

 

 

 

Il cavallo, con gradualità, dovrebbe essere abituato a non avere paura di niente:  nemmeno di un camion con rimorchio che lo sfiori ad alta velocità. Bisogna cogliere ogni occasione (le pecore, le bandiere al vento, la banda) per completare il suo addestramento usando sempre le carezze per rassicurarlo.

 

 

 

 

 

E’ pericolosissimo appoggiarsi ad un recinto nel quale lavorano dei cavalli:  qualcuno di essi, certamente male addestrato, potrebbe avere paura del malaccorto spettatore e tirargli un calcio( è successo!!!!).

Il cavallo non si rende conto della forza dei suoi denti:  per questo è pericoloso offrirgli da mangiare con le dita.  Bisogna sempre utilizzare il palmo della mano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Infine, il cavaliere deve sempre montare con le protezioni prescritte:  ricordo che il casco allacciato è obbligatorio, in concorso, anche dopo la premiazione e durante il giro d’onore (il cavaliere irlandese Denis Lynch è caduto proprio in questa circostanza):  se il casco non è allacciato, è come non averlo!

Solo con queste attenzioni e, sopratutto, con questo addestramento potrete cogliere tutte le immense opportunità che il rapporto con il vostro cavallo Vi offre.

Carlo Cadorna

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

6 Responses to “LA SICUREZZA NELL’EQUITAZIONE”

  1. Filippo Gargallo #

    probabilmente, è capitato a tutti di venire in contatto con dei cavalli “difficili”, ossia con soggetti dai comportamenti che li rendono costantemente instabili e non prevedibili. Eppure è possibile sperimentare che adottando un comportamento rispettoso delle paure e delle ansie dei cavalli, anche questi soggetti si rasserenano. La domanda che vorrei fare – ben consapevole che il problema varia da soggetto a soggetto – riguarda la capacità per questi soggetti di rimuovere definitivamente i ricordi negativi e quindi ristabilire una serenità costante.

    23 Novembre 2011 at 12:38 Rispondi
    • Carlo Cadorna #

      Ho già fatto anni fa questa esperienza con un cavallo che era stato “martirizzato”. Con un corretto addestramento, ricominciando da capo, si può ricondurre il cavallo alla piena fiducia. Ci vuole il tempo necessario, sia per completare l’addestramento, sia per cancellare i brutti ricordi : un anno per un buon risultato, due per il completamento.

      23 Novembre 2011 at 15:37 Rispondi
  2. Paolo #

    Egregio, in un suo precedente scritto lei aveva scritto che i cavalli vanno responsabilizzati, ecco io ho un anglo arabo ed un camargue entrambe da moltissimi anni (16 e 24) e spesso li lascio liberi di pascolare in prati non recintati, in zone tranquille e con la mia presenza, inoltre gli concedo la massima libertà ad esempio di rientrare da soli al paddock etc. Ho notato che rispetto ai cavalli che sono sempre sotto il controllo stretto dell’uomo i miei anche se sfuggono non succede praticamente nulla: si mettono a brucare e si fanno riprendere dopo un pò. Forse per l’esperienza in Mongolia, e per il mio amore e conoscenza per la fauna selvatica ho costruito un rapporto molto rilassato con i miei equini che rispondono bene e sono molto vispi nonostante l’età..

    13 Febbraio 2016 at 08:35 Rispondi
    • lastriglia #

      Ma Lei è un caso particolare: ha la disponibilità di grandi spazi ed un rapporto stretto con i Suoi cavalli. Continui così! Molti anni fa, avendo in costruzione la mia casa, parcheggiai una mia cavalla da un contadino che disponeva di ampi spazi. Quando andai a riprenderla il contadino mi disse che non riusciva a riprendere la cavalla: ma appena l’ho richiamata io è venuta subito e si è lasciata mettere la capezza… Confermo quindi che i cavalli vanno responsabilizzati ma…con gradualità.

      13 Febbraio 2016 at 13:34 Rispondi
  3. Dora #

    Un articolo interessante, come sempre. Avrei una domanda su come abituare il cavallo ad andare in strada: è più consigliabile abituare il cavallo al traffico montandolo al passo, o conducendolo a mano? E secondo Lei è meglio condurlo in passeggiata da solo o con altri? La mia cavalla, ad esempio, mostra insicurezza (rallenta il passo, si ferma, cerca di tornare indietro) solo quando la monto in passeggiata da sola, eppure se la conduco da terra per gli stessi percorsi mi segue senza esitazioni, anche solo con la capezza, e lo stesso se esco in passeggiata con altri cavalieri, anche se i loro cavalli si mostrano spaventati, la mia si comporta sempre molto bene.

    18 Febbraio 2016 at 12:19 Rispondi
    • lastriglia #

      Anche la Sua è una domanda interessante! La sottomissione di un cavallo (legga l’apposito articolo) ha una grande influenza sulle sue paure. Intanto conviene, all’inizio, andare su strada sempre in compagnia, dietro un cavallo esperto. Iniziare su strade minori dove non passano i camion. Poi lavori il Suo cavallo come indicato nell’articolo “Il lavoro al passo” guardando anche le foto: Le consiglio di abituarsi a tenere le redini con la mano dx e di tenere la frusta vicino al post. sx. Deve sempre sentire una tensione nella Sua mano dx che deve tenere ma anche accompagnare. In questo modo, quando sentirà avvicinarsi un camion, può allargare la mano sx che tiene il frustino, che potrebbe avvolgere con cerotti gialli e rossi. I cavalli si abituano presto…: l’importante è andare sempre avanti con gradualità. Portare il cavallo sottomano è potenzialmente pericoloso e non serve allo scopo! Se utilizza strade asfaltate Le consiglio di dotare i ferri ant. di piccole saldature in punta che ne migliorano molto la tenuta.

      18 Febbraio 2016 at 13:57 Rispondi

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