L’Equitazione è fonte di grandi emozioni: un po’ come quando una persona avanti negli anni, certa di avere ormai assaporato tutto quanto la vita può donargli, incontra un nuovo amore. Perché l’Equitazione è un grande amore!
Tanto più grande quanto più i caratteri sono messi alla prova ogni giorno, in una sfida continua che non trova vincitori ma alimenta il reciproco rispetto.
Conoscere un nuovo cavallo ed indovinare, o credere di indovinare, nei suoi atteggiamenti e nelle sue espressioni qualcosa di regale; anche se è pieno di difetti di costruzione, di quelli che per i manuali significano una bocciatura.
Questo autentico sogno di Pegaso schiude l’attesa quotidiana della scoperta e della conferma: perché passa attraverso tante piccole delusioni ma anche grandi gioie se si ha la costanza propria dei grandi amori.
Rapporto punteggiato da incontri giornalieri, ciascuno diverso: in comune la trepidazione notturna che precede le occasioni importanti e l’attesa impaziente dell’alba. E’ questa l’ora del giorno nella quale possiamo esprimere le nostre migliori capacità perché la mente si ricarica in un corpo a riposo. Queste capacità noi offriamo quotidianamente al nostro amico che ci gratificherà con il suo apprezzamento: così cresce l’intesa che suggella il patto d’amore.
L’intesa è il presupposto della crescita reciproca: il cambiamento che si determina con la riunione è talmente grande da provocare grande emozione e suggerire interventi raffinati. Con essa, inoltre, si manifestano le condizioni per accedere all’agonismo.
La vigilia di ogni gara è stimolante perché con i cavalli non si sa mai esattamente quello che succederà: soprattutto se il nostro amico metterà generosamente a nostra disposizione tutte le sue possibilità oppure denuncerà qualche rigidità dovuta, probabilmente, a qualche doloretto difficile da diagnosticare.
Solo l’ingresso in campo prova scioglierà questa riserva che ci tiene con l’animo sospeso; ma, se come sempre avremo fatto le cose come si deve, la nostra unica preoccupazione sarà quella di riscaldarlo bene in modo da avere il cavallo bene nella mano e davanti alle gambe. Poi faremo qualche salto, non per metterlo alla prova perché non ne ha bisogno, ma per far provare ad entrambi l’ebbrezza e la facilità del salto con un cavallo ben preparato.
Non abbiamo bisogno di fare altro perché abbiamo addestrato il nostro amico in modo che sappia sbrogliarsela da solo in ogni situazione; invece ci concentriamo sul tracciato del percorso per stamparlo nella mente.
Esso è il nostro spartito; a noi tocca il ritmo che determina il successo dell’esecuzione. Al giusto ritmo corrisponde quella leggerezza che ci fa volare librandoci nell’aria come delle gazzelle: sono momenti brevissimi ma impagabili per l’accumulo delle emozioni. Cosa c’è di più esaltante del tagliare i metri nelle girate: assomiglia alle corse in motocicletta, ma qui si tratta di un essere animato che corre e condivide con noi il pathos della competizione.
Al traguardo la grande tensione lascia spazio, per entrambi, alla soddisfazione che premia le cose ben fatte. Noi aggiungeremo la lezione di Senofonte: un giorno di meritato riposo per il nostro compagno di avventura e sarà pronto per molte altre giornate, piene di emozioni, come questa.
Carlo Cadorna
Questa è Equitazione, come andrebbe insegnata. Un Metodo condotto dall’anima, perchè altrimenti si tratta di sola tecnica e sterile materialismo.
Horsemanship, cavallo e uomo.
Molte grazie,
giuseppe maria de nardis