I concorsi più recenti (P. di Siena, Chantilly) hanno mostrato alcune delle contraddizioni del S.O. attuale quasi che esso, preso dalla foga di crescere nel senso oggi più ricercato, quello del business, abbia perso la bussola e quindi non abbia più una direzione di marcia ben riconoscibile.
Da un lato l’esigenza di una sempre maggiore selezione tecnica allo scopo di mantenere l’interesse e giustificare i premi sempre più consistenti forniti dagli sponsors.
Dall’altro il sempre maggiore distacco tra il numero limitato di buoni cavalieri (quelli che conoscono l’equitazione) e gli altri che la qualità dei cavalli montati non è più sufficiente a promuovere.
Ne derivano situazioni disgustose di vero e proprio pericolo quale quella che si è vista in un concorso nei paesi arabi ma anche, seppur in numero meno allarmante, nei due concorsi citati.
Il salto ostacoli moderno è basato sul controllo del cavallo in modo che cavallo e cavaliere possano galoppare contro i salti mantenendo una situazione tecnica atta a facilitare il salto.
L’esatto contrario è rappresentato dai cavalieri che si limitano a spingere i loro cavalli contro il salto senza averne il controllo: eppure questo metodo, unanimemente bocciato dai migliori cavalieri, è ancora vivo e vegeto tant’è che nei due concorsi citati alcuni cavalieri ne sono stati protagonisti e vittime, purtroppo per i loro cavalli.
D’altro canto un cavaliere italiano ha presentato un cavallo vistosamente zoppo (di posteriore)!
Bisogna quindi rivedere le norme per le qualifiche al GP. !!!
A P. di Siena ho avuto occasione di osservare il campo di prova in compagnia di alcuni appassionati lettori e non ho potuto fare a meno di rilevare che gli unici dotati di vero senso del cavallo (“Il senso del cavallo”) erano i fratelli Whitaker: per il resto si vede di tutto in una specie di omologazione nel non assecondare il cavallo.
C’è chi li precede e chi è sempre a rimorchio: sono arrivato a pensare che forse non è solo la mancanza di cultura ma anche la straordinaria qualità dei cavalli la maggiore responsabile.
Di questo passo, la distanza tra quelli che sanno montare a cavallo e gli altri è destinata ad aumentare: il bravissimo chef de piste li ha messi rigorosamente in ordine di classifica.
Mi chiedo e Vi chiedo: come può conciliarsi questa dicotomia con l’esigenza di allargare i confini del nostro sport?
Il secondo problema è costituito dalla crescente omologazione delle gare alla quale quest’anno nemmeno P. di Siena ha saputo o voluto sottrarsi: immagino che la scelta fatta per la tipologia e la disposizione delle tribune rispondesse a precise esigenze commerciali.
Ma certamente della tradizione non è rimasto nulla e questo, alla lunga, potrebbe avere dei riflessi negativi.
Come in tutte le cose l’importante è che dietro vi sia una strategia di lungo respiro: sarebbe interessante che i dirigenti federali ne rivelassero qualche elemento.
Carlo Cadorna
Buongiorno, allora per rifondare la nostra equitazione non ci resta che assumere i gloriosi fratelli come tecnici , e congedare gli attuali responsabili.
Come ho già scritto in apposito articolo, ritengo che gli unici depositari di una tradizione di qualità siano i rappresentanti di una generazione che ha avuto un collegamento diretto con l’autentica scuola di Pinerolo. Inoltre bisogna sfrondare la nostra equitazione da tutte le complicazioni di origine straniera per riportarla all’autentica semplicità. Con i cavalli bisogna fare benissimo delle cose semplici (c’è scritto anche sul libro di Steinkraus). A P. di Siena abbiamo visto i nostri migliori cavalieri lavorare con le redini di ritorno: quando le hanno tolte i loro cavalli si sono messi puntualmente in difesa. Le sembra che vi sia una logica in tutto questo????
Che amarezza…
Ma non è tutto negativo: il concorso è stato organizzato bene, secondo gli standard in uso. La cosa più preoccupante è che gli italiani hanno detto che il percorso era “grosso” mentre gli stranieri che era “tecnico”. In effetti le dimensioni, a parte l’ultimo ostacolo, erano quelle della coppa: il problema è stato rappresentato dalla partecipazione di alcuni cavalieri e di alcuni cavalli che non erano in grado…
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