Il compito principale del giudice è quello di orientare il lavoro perchè lo sport deve essere educativo e quello equestre lo è da secoli sopratutto nell’addestramento del cavallo: palestra per principi ed ufficiali nell’arte del comando.
Nello sport equestre, al contrario di tutti gli altri, non sono i campioni ad avere l’ultima parola e quindi a dover giudicare, ma chi del nostro sport ha la conoscenza. Questo perchè l’atleta è il cavallo.
Questa tesi, oltre che dalla logica, è autorevolmente sostenuta da Henk Nooren in una intervista a l’Eperon di marzo 2011.
Per conoscenza si intende il complesso armonico costituito da esperienza, cultura e razionalità che consente di valutare a colpo d’occhio se, in relazione all’entità della categoria, quello che si vede rientra in una giusta progressione.
Per fare un esempio, in una categoria elementare è essenziale vedere un cavallo che avanza con un’incollatura capace di estendersi (perchè senza estensione non si può coprire spazio) e la spinta regolare (senza regolarità non vi può essere impulso) dei posteriori. In una categoria avanzata, la precisione e la riunione che si deve esprimere con un’incollatura rilevata, tesa in avanti e leggera e delle andature caratterizzate dalla leggerezza tipica delle gazzelle.
Regalare un punteggio soddisfacente ad un cavaliere che manca della necessaria indipendenza degli aiuti è grave responsabilità perchè perpetua i difetti ed esclude ogni possibilità di miglioramento.
Nella foto che allego in apertura, possiamo osservare un cavallo classificato tra i primi nelle rankings mondiali: gli vengono attribuiti punteggi intorno all’8/9.
Nel movimento al trotto fissato dall’immagine, l’unico arto parzialmente a contatto con il terreno è l’anteriore sinistro. Il cavallo si appoggia pesantemente sulla mano dell’amazzone che deve utilizzare i suoi muscoli per resistere. L’incollatura non ha alcuna estensione.
Quindi, mancando sia la leggerezza che l’impulso, il voto corretto era 3. Lascio ai lettori il giudizio sulla competenza dei 5 giudici chiamati a giudicarla!
Possiamo anche osservare (“Il caso Totilas”) come il famoso Totilas con il suo nuovo cavaliere ma con il suo vecchio istruttore continua a mietere allori: ma il cavallo, del quale sono fuori discussione i movimenti e l’attitudine, ha sempre l’incollatura spezzata e pesante, secondo la tecnica della roll-kur. Dunque non vi può essere nè leggerezza nè impulso ed il cavallo ne soffre perchè periodicamente soffre di dolori muscolari ed articolari abilmente nascosti dalle moderne tecniche osteopatiche e dagli strumenti elettromedicali.
Questo purtroppo è il mondo del dressage, in parte anche del completo che ne è stato condizionato: i punteggi vengono attribuiti più per la spettacolarità dei movimenti che per la correttezza delle andature.
L’unico modo obiettivo per valutarle è quello di osservare le posate del cavallo e la loro copertura.
Carlo Cadorna