Il GP di Verona è stata l’occasione per il grande direttore di campo, Uliano Vezzani, di far vedere come si dovrebbe sempre privilegiare l’Equitazione, scienza ed arte basata sull’IMPULSO: purtroppo parola sconosciuta ai più, anche a livello mondiale.
Che cos’è l’impulso? E’ la voglia del cavallo di fare bene quello che gli suggerisce il cavaliere. Si esprime con la tensione dorsale che, contenuta dalla mano che cede resistendo, provoca la flessione delle articolazioni posteriori, lombo-sacrale e coxo-femorale che, facendo avanzare il femore, orientano la forza risultante delle leve posteriori in direzione utile per saltare ostacoli elevati, cioè quella verso l’avanti-alto. Soltanto in questo modo l’impennata davanti all’ostacolo diventa naturale e si inserisce in un tempo di galoppo. Perchè vi possa essere questa tensione si devono verificare tre condizioni:
- che la mano vada con la bocca del cavallo;
- che il cavaliere non prema sulle ultime vertebre dorsali (15-18) affinchè la colonna vertebrale si mantenga decontratta;
- che il cavallo lavori in questa situazione fino ad ottenere in permanenza quanto precede che si chiama RIUNIONE.
Appare quindi indispensabile che il cavaliere abbia la piena padronanza del suo assetto allo scopo di dare completa indipendenza alla mano e tale da consentirgli di farsi DIMENTICARE dal cavallo.
Purtroppo a Verona si sono visti, con questa attitudine in sella, soltanto il vincitore Von Eckermann ed il cavaliere messicano Martinez Sommer. Vezzani ha fatto vedere che cosa succede ai cavalli che devono portare il peso morto del cavaliere sulla schiena: contraggono la zona dorsale (si vede dalla coda altrettanto contratta) ed anzichè usare le leve posteriori usano i muscoli che, andando sotto sforzo, si stancano danneggiandosi e provocando dei veri disastri sugli ultimi ostacoli del percorso. Ha fatto anche vedere che cosa succede ai cavalli che non sono riuniti ed anzichè decontratti, sono rilassati: barriere tra i denti, soprattutto sui primi salti del percorso.
Onore quindi al Direttore di campo, al vincitore e, speriamo, un pò di riflessione da parte di tutti gli altri.
Caro Generale, a Stoccarda ha vinto un tedesco di 25 anni, n,109 del mondo, con un cavallo che monta da tre mesi, di fronte ai più forti cavalieri del momento. Anche nei giorni precedenti abbiamo visto percorsi da 1.55 affrontate con lo spirito di una gara di pony, o la va o la spacca, senza mai tirare indietro, se mai spingendo in avanti per correggere una distanza. A dimostrazione che quando un cavallo ha impulso tutto diventa possibile. Il contrario della monta di De Luca, troppo preoccupato di non mettere in luce i limiti propri e quelli del suo partner. Così se la cava con una o due barriere, spesso anche con un fuori tempo. Davvero deludente.
Condivido: siamo a zero! Manca un indirizzo comune corretto….
Il Direttore di Campo, o Course Designer; Vezzani conosce i cavalli come pochi, sia dal punto di vista motorio che psicologico.
Infatti i suoi percorsi riescono a fare selezione senza mai ricorrere a tranelli, che servono solo a mettere in difficoltà i cavalli, non ad esaltarne la preparazione fisica e l’addestramento.
Sarebbe utile che la Federazione facesse spiegare da Vezzani ai tanti istruttori il perchè delle sue scelte nella costruzione dei percorsi. Forse vedremmo dei cavalli meglio preparati.
giuseppe maria de nardis
Concordo in tutto: il Direttore di campo è uno dei principali artefici della crescita atletica corretta dei cavalli (art. 2 ST: la FISE si interessa unicamente del cavallo “atleta”: è importante quindi stabilire che cosa comporta questo termine. E’ spiegato nel mio libro.).
Al GP della WC di Madrid un percorso pochissimo selettivo ha provocato un 40% di netti. Sono entrati in barrage anche Gaudiano e Bucci.Il primo ha fatto un errore al penultimo ostacolo, un largo. Il secondo ha affrontato il percorso con Cochello galoppando a redini lunghe, il che naturalmente richiede un maggiore impegno delle gambe. Al penultimo ostacolo Bucci è arrivato stremato, si è scomposto, si è ricevuto tutto piegato in avanti sulle spalle di Cochello che è naturalmente è incorso in un inciampone da cui si è ripreso trovandosi però il cavaliere non più in sella ma a metà collo. Posizione dalla quale Bucci si è ripreso solo grazie a una mezza fermata. Il binomio ha poi superato senza errore l’ultimo ostacolo arrivando quarto per il tempo. Altrimenti sarebbe arrivato secondo, subito dietro Epaillard. Scenetta divertente, che secondo me mette in luce la necessità di una specifica attenzione alla condizione atletica del cavaliere. A parte Madrid e Ornago, dove ha vinto Giacomo Casadei, che mi sembra l’unico giovane davvero promettente, i cavalieri italiani all’estero erano non più di cinque o sei, compreso De Luca, che ha montato in Belgio cavalli senza qualità, che non lo aiutano certo a risalire al suo potenziale livello.
Bucci ha un qualche problema alla schiena da molti anni… Ho visto un pò di Ginevra: segnalo il cavaliere Duguet…l’unico ad avere il cavallo veramente IN AVANTI!
Per le Olimpiadi del 2024 a Parigi la FEI ha già scelto come chefs de piste – visto che si terranno in Francia – o direttori di campo, come si dice in Italia, lo spagnolo Santiago Varela e il francese Gregory Bodo. Il nostro Vezzani, molto amato in Belgio e Olanda, è stato ancora una volta ignorato. Ma non si deve dimenticare che Varela è di un paese dove si tengono due gare di Coppa del Mondo e la finale della Coppa delle Nazioni, oltre a decine di altri CSI a 5, 4 e tre stelle, con una stagione di concorsi che va dall’autunno alla primavera successiva. Quindi la Spagna ha in mano una leva economica che i nostri burocrati romani neanche si sognano. Aggiungo che Varela preferisce barrage affollati o, se vuole una maggiore selezione, ottenendola non con difficoltà tecniche ma con tempi ristretti, che obbligano i cavalli a galoppare a 500 m/minuto (o a 600, come nel barrage della finale a 10 di Ginevra, con un diverso direttore di campo). Non per niente van Eckermann e Epaillard, ma anche Fredrikson, montano in avanti cavalli leggeri. Questo andrebbe ricordato ai nostri cavalieri, che nelle barfe importanti incorrono quasi sempre in penalità sul tempo.
I nostri cavalieri non sanno c0s’è un cavallo in avanti!!! Purtroppo la nostra equitazione è in caduta libera: l’ultima chicca è un trasmissione della domenica su canale 5 (L’arca di Noè) nella quale si vede il Presidente che magnifica un cavallo zoppo….