Oggi, grazie ad una illuminata capacità imprenditoriale, possiamo osservare in TV molti concorsi di SO. Questo consente agli appassionati di cogliere quello che hanno in comune quei cavalieri che montano bene ed ottengono dei buoni risultati. Alla base di questa possibilità vi è ovviamente una corretta analisi.
Innanzitutto è ovvio che senza un cavallo di straordinaria qualità è impossibile inserirsi nella vasta concorrenza dei concorsi odierni. Le qualità principali sono il rispetto e la generosità. La qualità generalizzata dei cavalli partecipanti ci consente, però, di esprimere valutazioni severe nei confronti dei cavalieri che saltano male con i loro cavalli.
Le altre qualità principali che determinano il successo sono la mente del cavaliere, l’equilibrio e l’impulso del cavallo.
La mente consente al cavaliere di seguire scrupolosamente il programma che si è dato in fase di ricognizione, operando velocemente quelle varianti che la situazione contingente dovesse suggerirgli.
L’equilibrio e l’impulso sono qualità più o meno presenti nella natura del cavallo che, attraverso un addestramento appropriato, devono essere sviluppate e poste sotto il controllo del cavaliere.
L’equilibrio sarà tanto migliore quanto più potrà essere controllato senza ridurre la velocità e l’ampiezza della falcata.
L’impulso, che è spinta nell’equilibrio, sarà tanto maggiore quanto più gli aiuti propulsivi saranno efficaci su una mano passiva.
L’equilibrio e l’impulso insieme possono essere valutati dalla capacità del cavallo di coordinare l’azione di spinta del treno posteriore con quella equilibratrice di quello anteriore.
E’ quindi evidente il nesso tra questi due fattori: in un cavallo giovane le azioni per ottenerli dovranno essere ben distinte affinchè il cavallo possa comprendere: equilibrio tra un ostacolo e l’altro, impulso davanti all’ostacolo. L’equilibrio, quindi, è l’impulso primordiale.
Con il procedere dell’addestramento ed arrivando alla riunione, si può ottenerli entrambi contemporaneamente: significa guadagnare secondi nelle girate ed è il marchio di fabbrica dei grandi cavalieri (La lezione di Piero).
La valutazione degli errori deve sempre essere severa nei confronti del cavaliere: i cavalli non fanno mai errore per “sfortuna”. L’errore di anteriore significa squilibrio, quello di posteriore uso imperfetto della schiena, al quale il cavaliere capace può rimediare con una buona preparazione al salto.
Molti anni fa mi trovavo a Napoli per la disputa dei campionati centro-meridionali: accanto a me era presente il Dott. Capuzzo, istruttore del Pony Club Roma, che commentava i percorsi per i suoi allievi ed i loro genitori. Osservando l’equilibrio dei cavalli era in grado di prevedere gli errori suscitando l’entusiasmo degli ascoltatori.
Oggi si insiste molto sul numero di tempi di galoppo tra un ostacolo e l’altro. Ma è un modo ingannevole di analizzare i percorsi: perchè quando un cavallo ha equilibrio ed impulso, è sempre giusto nel senso che comunque arrivi saprà centrare la sua parabola sull’ostacolo (sempre, naturalmente, che abbia sollevato la base dell’incollatura e la schiena). E’ infatti qualificante per un cavaliere, sia in senso addestrativo che agonistico, vedere il suo cavallo che, nell’avvicinamento all’ostacolo, allunga l’incollatura in avanti perchè segnala il buon funzionamento del meccanismo che permette l’impegno del posteriore ed il rientro degli anteriori. Mentre il cavaliere che si è prefissato un certo numero di tempi rischia di indirizzare male la sua concentrazione e di portare all’ostacolo il cavallo in condizioni non ideali che non potranno essere compensate da una distanza che si ritiene giusta. Termino citando quello che scrive George Morris a questo proposito: “Bisogna aspettare che la giusta distanza s’imponga da sola. I grandi cavalieri non hanno mai l’aria di avere fretta; al contrario essi sanno attendere che siano le decisioni ad imporsi a loro”.
Per concludere, è penoso, perché indice di una grande superficialità , ascoltare tanti cosidetti “esperti” affermare che oggi i cavalieri montano tutti nello stesso modo: purtroppo, perché vi è un solo modo razionale di montare, non è così!!!!!!!!!!!
Carlo Cadorna
N.B. Per valutare l’equilibrio di un cavallo conviene osservare la maggiore o minore libertà dell’incollatura, quanto il cavallo riesce a centrare la parabola sul salto e la capacità di aggiustarsi, coordinando l’azione degli anteriori con quella dei posteriori. Per valutare l’impulso, osservare la tensione dorsale, la rispondenza in avanti agli aiuti ed il sollevamento della groppa sul salto(i cavalli che scalciano dietro hanno la schiena ferma). Ma, prima di tutto, bisogna saper valutare la qualità del galoppo (tanto migliore quanto più il cavallo avanza, IN ASSENZA DI AIUTI, mantenendosi cadenzato e distaccato dalla mano) perchè da essa dipende la realizzazione del salto. (Questo dovrebbero fare i commentatori televisivi!!). (Vedi anche “Il giudizio dei giovani cavalli”).